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Osservatorio geofisico e meteorologico reggino

 

L'attività di ricerca scientifica e didattica

Dal punto di vista sismico la zona dello Stretto ha da sempre rivestito un notevole interesse, trovandosi al centro di una regione tettonica (l’Arco Calabro-Peloritano) che detiene il primato di una sismicità diffusa e di elevata intensità; la complessità sismica della regione è connessa alla natura geologica delle sue catene montuose, differenti, per genesi e storia, dal resto dell’Appennino, ed in cui si sono formate numerose faglie sismogenetiche alle quali sono correlabili i terremoti che hanno colpito la Calabria e la Sicilia orientale in epoca storica.
La singolarità geologica della regione è resa evidente anche dalla presenza dei vulcani emersi delle isole Eolie e dai vulcani sottomarini del Tirreno da una parte, nonché dell’Etna, pur appartenente ad un’altra area geologica, dall’altra. Ancora notevole è la depressione tettonica che separa i Monti Peloritani dall’Aspromonte e che geograficamente viene identificata come lo Stretto di Messina.
In quest’area i terremoti distruttivi sono stati più di 20 e restano tristemente noti quelli del 1783, del 1905 e quello del 1908 che distrusse Messina e Reggio Calabria con un numero di vittime mai accertato, ma che viene stimato in 100.000 morti.

Il progresso della sismologia è legato non solo alla realizzazione di punti di osservazione nelle aree sismiche e al perfezionamento degli strumenti di rilevamento, ma anche allo sviluppo di metodi di elaborazione dei dati registrati dagli strumenti. L’analisi delle onde sismiche permette di approfondire lo studio dei meccanismi di rottura delle faglie, delle modalità di propagazione dell’energia all’interno della Terra, del comportamento dei diversi tipi di terreno all’arrivo delle onde sismiche e permette di migliorare le tecniche di costruzione degli edifici.
La necessità di localizzare i terremoti entro pochi minuti dal loro verificarsi, di determinare l’ipocentro e le magnitudo sull’intero territorio Nazionale, ha portato alla costruzione di una rete sismica centralizzata (RSNC) gestita dall’INGV, per cui i segnali, opportunamente registrati e modulati, vengono trasmessi tramite linee telefoniche e ponti radio alla sede operativa dell’INGV a Roma.
Il vantaggio del sistema a rete è notevole sia per fini scientifici che per fini di interventi immediati, dato che la localizzazione e la valutazione dell’entità di un terremoto possono essere trasmessi in tempi brevissimi alle centrali operative della Protezione Civile.

Allo stato attuale l’impegno dell’Amministrazione comunale, di concerto con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma, con cui la stessa Amministrazione ha stipulato una convenzione, è quello di rilanciare, in forma moderna e dinamica, la struttura reggina, sia sotto l’aspetto strumental e che culturale, attraverso la prevenzione alla catastrofe, l’informazione scientifica e la formazione per l’educazione di massa, seguendo i notevoli passi compiuti dalla sismologia negli ultimi anni.
L’Osservatorio reggino, sotto la direzione scientifica del dott. Bruno de Simoni, Dirigente di ricerca dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma (INGV) e Responsabile scientifico del Progetto Sismos, si colloca nella struttura dell’INGV in quanto le rilevazioni sismiche degli Osse rvatori periferici rivestono comunque una rile vante importanza soprattutto per quanto attiene lo studio della microsismicità locale. Una rete sismometrica locale, come quella reggina, copre un’area di alcune centinaia di kilometri qu adrati ed il suo fine è quello del controllo e della pianificazione del territorio mediante l’individuazione e la caratterizzazione delle sorgenti sismiche presenti entro una ristretta area geografica, dove, da studi di sismicità storica, indagini geologiche, neotettoniche e geofisiche, si possa individuare l’esistenza di attività sismica, occuparsi dello studio di eventi sismici di piccola magnitudo che, per ovvi motivi, non vengono controllati dalla rete nazionale.
Attualmente l’Osservatorio dispone di 3 stazioni sismiche periferiche alloca te nelle zone di Samo, Motta San Giovanni e Scilla e collegate presso la sede reggina in tempo reale.
I dati vengono raccolti da registratori sismici funzionanti h24, della marca Teledyne Geotech, con un’autonomia di 24 ore, a carta termosensibile, che garantiscono il monitoraggio continuo dell’area dello Stretto, assicurando un’accurata analisi del fenomeno terremoto da parte del personale per una pronta comunicazione alla Protezione Civile dei dati ipocentrali, dell’elenco delle località interessate e degli effetti previsti su cose e persone, in base ai modelli teorici sulla propagazione delle onde sismiche, per organizzare gli interventi di primo soccorso nelle zone interessate dal sisma.
Per quanto attiene la meteorologia, nel terrazzo della sede dell’Osservatorio, è ubicata una stazione meteorologica SIAP dotata di sensori per la rilevazion e della temperatura, della direzione e velocità del vento, della pressione, dell’umidità relativa, dell’eliofania, della pioggia, collegati ad una centralina che raccoglie i dati che vengono convogliati ad un computer per la loro elaborazione.
L’attività primaria di questo Osservatorio è quella dello studio e relativa elaborazione dei dati sismici e meteorologici e del controllo quotidiano del normale funzionamento delle apparecchiature che eseguono il monitoraggio costante del nostro territorio, che come è noto, è una zona sismicamente attiva ad altissimo rischio sismico.