Una buona rivista può valere quanto un buon libro ed ancor più una rivista storica rispetto ad un libro di storia. Porta con sé tutte le emozioni e le sensibilità degli autori dei testi. Porta con sé la curiosità che caratterizza la ricerca.
Raccolta in un supporto informatico, diventa libro essa stessa, un’opera di tesaurizzazione di conoscenze e di valori antichi, come ci ricordano gli autori. La conoscenza dei fatti particolari favorisce la riconquista di ciò che è statico, attraverso il recupero di una microstoria, che trasmette più dettagliate conoscenze, che divulga nuovi valori e che storicizza quelli tramandati tradizionalmente. La tradizione non è passato, ma continuità. Continuità di valori, che affondano le loro radici nella nostra storia.
Credo, quindi, che abbiamo l’obbligo di stabilire una sintonia con tutto ciò che può tramandarci il passato. Nella piena convinzione di interpretare al meglio il presente, per costruire un futuro migliore e concorrere così ad una più consapevole formazione di liberi cittadini.
La scelta di raccogliere su un Cd-rom la "prima serie" della “Rivista Storica Calabrese” è stata suggerita, essenzialmente, dall’esigenza di preservare, dall’inesorabile deterioramento causato dal tempo, un’importante fonte documentata per la storia della Calabria.
Questa è anche l’occasione per ricordare adeguatamente e riconoscere i meriti di illustri calabresi come Oreste Dito, Giovambattista Moscato e Rocco Cotroneo. Un’altra motivazione – non di secondaria importanza – è stata quella di vedere tradotto in realtà un desiderio di alcuni studiosi calabresi. Desiderio, certamente un po’ datato, espresso nel lontano 1916 dall’assemblea della “Società Calabrese di Storia Patria”, che avrebbe voluto realizzare un indice analitico della “Rivista Storica Calabrese” prima serie, al fine di consentire ‘agli studiosi di servirsi rapidamente di quella rivista, che ha indici assai completi ’.
Altri periodici, altrettanto importanti, meritano eguale trattamento, al fine di garantirne la conservazione e consentire la consultazione alle generazioni future.
