La Rivista Storica Calabrese fu fondata a Catanzaro nel 1893 dallo storico Oreste Dito, con il titolo originario di Rivista Calabrese di Storia e Geografia. Poco tempo dopo fu pubblicata a S.Lucido, in provincia di Cosenza, rimanendo in tale sede per oltre un biennio. Dal 1897 e fino al 1908 la direzione fu trasferita nella Città della Fata Morgana, dove peraltro fu stampata presso la locale Tipografia di Francesco Morello. Fra i collaboratori possiamo ricordare oltre ai tre direttori di cui si parlerà più avanti Nicola Armone, Antonio Maria De Lorenzo, Carolo de Nobili, Vincenzo Julia, Domenico Taccone Gallucci, Valentino Labate, Mario Mandatari, Cesare Molisani, Giuseppe Mantica, Ettore Pais, Lorenzo Salazar, Vittorio Visalli e tanti altri ancora. Nella prima pagina del fascicolo come si potrà anche scorrendo il Cd-Rom si sottolineava quanto fosse più utile per la Calabria unattività intellettuale di gruppo anziché il lavoro isolato di qualche romito pensiero. Il suo fondatore e primo direttore, Oreste Dito, dichiarava di avere fiducia nel proposito di fare conoscere la Calabria
nella sua interezza, rievocando tutto un passato storico e distruggendo nel contempo un mondo secolare di preconcetti. Insomma, il Dito si proponeva contestando vecchi e radicati luoghi comuni di dimostrare che anche in Calabria si pensa, che anche in Calabria si vive, forse stentatamente, ma si vive, la vita del progresso e della civiltà.
La Rivista è legata essenzialmente ai nomi dei suoi tre direttori: Oreste Dito, Giovambattista Moscato e Rocco Cotroneo. Il primo, nativo di Scalea (6 maggio 1866 + Reggio Cal. 5 aprile 1934), dopo avere insegnato nei licei di Catanzaro e di Cosenza, fu preside del Liceo Ginnasio Tommaso Campanella di Reggio Calabria per 23 anni: dal 1909 al 1932. Studioso attento ed apprezzato, svolse una vasta attività storico-culturale, collaborando con diverse associazioni, pubblicando importanti lavori sulla Calabria. Fu anche il primo presidente della Società Calabrese di Storia Patria.
Il secondo, al contrario del laico Dito, fu un religioso. Nato a Gallina nel 1841, fu educato dai Padri della Compagnia di Gesù. Terminati gli studi classici, insegnò italiano, latino e greco presso il Collegio dei Gesuiti di Napoli, dove ebbe come discepolo Gennaro Portauova, ossia il futuro Cardinale ed Arcivescovo di Reggio Calabria. Fu un esponente della cultura meridionale ed un apprezzato storico.
Tantè vero che godette la stima e lamicizia dei maggiori intellettuali italiani e stranieri. Successe ad Oreste Dito nella direzione della Rivista Storica Calabrese, fornendo un notevole contributo alla cultura dell0intera Calabria. Morì a San Lucido il 20 settembre 1909, in provincia di Cosenza, dove svolse per molti anni la sua missione di parroco.
Il terzo ed ultimo direttore della Rivista fu un altro religioso o reggino: il canonico Rocco Cotroneo, nato a Laganadi l11 febbraio del 1858. Egli studiò presso il Seminario di Reggio, dove poi insegnò letteratura greca e storia. Fu anche prelato domestico di Papà Leone e Accademico dellArcadia. Divenne un apprezzato e seguito pubblicista, non solo per la sua vis polemica, ma soprattutto per la sua cultura storica. Collaborò con il settimanale cattolico Fede e Civiltà, diretto dal famoso prete don Filippo Capri (ritenuto un patriota liberale dalle autorità borboniche e un prete reazionario dopo il 1860). Tuttavia la maggiore notorietà lottenne dirigendo, subito dopo il Moscato, la Rivista Storica Calabrese, che divenne la fucina di giovani storici meridionali e i cenacolo di molti studios calabresi. Il Cotroneo fu anche autore di numerose monografie, biografie e studi storici sulla Calabria. Rimase vittima del terribile sisma del 28 dicembre 1908, che distrusse Reggio e Messina. Dopo la sua scomparsa anche la Rivista (1896-1908) conosciuta dagli studiosi come prima serie subì la stessa sorte. Solo nel 1980, grazie alliniziativa della Deputazione di storia Patria per la Calabria e dellallora suo Presidente, Prof. Maria Mariotti, la prestigiosa testata riprese le pubblicazioni e tornò ad essere, come nuova serie, la palestra degli storici calabresi e meridionali.
Dott. Domenico Romeo