È stato presentato nel salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio il progetto "Massimo Mazzetto" per la costruzione del nuovo monumento dedicato all'indimenticato talento della Viola Reggio Calabria scomparso nel giugno del 1986 in seguito ad un tragico incidente.
Un percorso che vuole essere non solo di recupero della memoria e dei valori rappresentati da Mazzetto ma anche di impegno sui fronti educativo, culturale e formativo rivolto alle giovani generazioni. Un progetto sposato con grande convinzione dall'amministrazione comunale che lo patrocina e che vede quali ideatori e artefici i componenti del Comitato Massimo Mazzetto in collaborazione con importanti realtà sportive e sociali, a livello locale e nazionale. Una risposta corale della città dopo il brutto episodio della distruzione di una stele commemorativa posta a largo Botteghelle e dedicata proprio al cestista neroarancio. Nel corso dell’incontro con gli organi di informazione è stato anche illustrato il progetto dell'opera scultorea denominata "Il dono" realizzata dall'artista Katrin Pujia. L’ipotesi avanzata dall’Amministrazione e condivisa dal Comitato è che una volta ultimato il monumento, dopo le necessarie verifiche tecniche, possa essere posizionato nella zona Tempietto del lungomare "Italo Falcomatà" che sarà interessata da un cospicuo intervento di riqualificazione.
Alla presentazione del progetto hanno preso parte il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, l'Assessora comunale allo Sport Giuggi Palmenta, l'Assessora alla Cultura Rosanna Scopelliti, i promotori del "Comitato Mazzetto", Gaetano Gebbia, Michela Pagnin e Andrea Mazzetto, in rappresentanza della famiglia del giovane cestista scomparso e Franco Basile Rognetta consigliere della Fip Calabria. Presenti anche i rappresentanti delle realtà partner del progetto, Lucio Lagana della Lumaka, la dott.ssa Simonetta Neri in rappresentanza del Rotary Club e Gabriele Calabrò in rappresentanza della Pallacanestro Viola. In collegamento anche i rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Padova, Città di nascita di Massimo Mazzetto, con l'Assessore allo Sport Diego Bonavina.
Presenti da remoto diversi testimonial del comitato, sportivi e giocatori compagni e avversari di Massimo Mazzetto: Roberto Nardi, presidente Fip Veneto, Massimo Bianchi, compagno di squadra Viola 85/86, Flavio Camporese, presidente Fip Padova, Fabio De Lillo, rapporti istituzionali società Reggina 1914, Roberto Brunamonti, playmaker Bologna 85/86, Paolo Cocchia, compagno nazionale Juniores 84, Daniele Paolin, presidente comitato Torneo Mazzetto, Donato Avenia, compagno di squadra Viola 85/86 e Luigi Zampella, presidente Psg Minibasket Circuit.
“Quando accadono episodi di vandalismo, specie se ai danni di simboli della memoria collettiva, dobbiamo sentirci tutti responsabili”, ha evidenziato il Sindaco Falcomatà, “ed è nostro preciso dovere profondere uno sforzo ulteriore di tipo educativo. Con questo progetto vogliamo che la città incontri Mazzetto e si interroghi con curiosità e attenzione su questa persona e sul perché l’intera comunità cittadina si stringe intorno al suo ricordo. E’ stato scelto un luogo simbolo della città, oggetto in questa fase di un ambizioso percorso di rigenerazione urbana e meta di tanti appassionati dello sport. La figura di Mazzetto sarà dunque un valore aggiunto di questa azione che coniuga insieme memoria, cultura, valori sportivi e rigenerazione”.
Lo sport si fa strumento educativo, ha poi sottolineato l’assessora Palmenta, “in una fase in cui i giovani stanno lentamente riappropriandosi degli spazi urbani per la socialità e l’attività sportiva. Questa opera d’arte sarà solo un punto di partenza di un percorso di ampio respiro che coinvolgerà la scuola e le agenzie educative”.
E’ importante anche ricordare cosa rappresentava la Viola in quegli anni per la città, ha inoltre messo in evidenza l’assessora Scopelliti, “quale leva di riscatto sociale e orgoglio di una comunità che attraversava un momento difficilissimo. La memoria di Mazzetto è in effetti anche una finestra sulla storia di Reggio, un vissuto umano e sportivo che può diventare un formidabile fattore educativo.
Non si tratta solo di ricostruire qualcosa, ha evidenziato coach Gebbia, “ma di usare questa opportunità per rilanciare il modello di vita rappresentato da Massimo e i valori da lui incarnati e che non solo sportivi. Paradossalmente il triste episodio di vandalismo si è trasformato in un’occasione per realizzare qualcosa di positivo per la collettività e per i giovani. Nel retro della statua verranno incisi brani tratti da un tema scritto da Massimo che sono il segno della profondità umana che caratterizzava questo sfortunato atleta”.
(Pubbl. il 24.05.2021)