Accelerare il percorso di restituzione alla città dei beni confiscati alla criminalità organizzata con lobiettivo di renderli immediatamente fruibili ed utili soprattutto in ambito sociale. È stato questo il tema al centro dellincontro tra il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e la nuova Dirigente dellAgenzia Nazionale dei Beni Confiscati Matilde Pirrera.
Un incontro istituzionale che è servito a porre le basi per uninterlocuzione sempre più serrata tra i due Enti. Già nelle prossime ore i tecnici torneranno a riunirsi per definire la destinazione di importanti beni arrivati a confisca definitiva che potranno essere assegnati e restituiti ai cittadini.
«Oltre al tema dellemergenza abitativa, sul quale stiamo lavorando sulla possibilità di destinare alcuni beni, cè anche laspetto relativo agli immobili di pregio e agli oggetti darte» ha dichiarato il Sindaco Falcomatà al termine dellincontro. «In particolare - ha aggiunto il primo cittadino - abbiamo definito il percorso che ci consentirà di restituire alla collettività i quadri della confisca Campolo. È importante che rimangano a Reggio perché sono uno straordinario patrimonio della città. Proseguiremo la sinergia con il Ministero dei Beni Culturali, con la Sovrintendenza e con gli altri Enti territoriali, per trovare una collocazione adeguata per le opere darte che saranno uno dei fiori allocchiello dei percorsi turistici cittadini».
«Tra gli aspetti più importanti da affrontare - ha dichiarato ancora il sindaco cè la necessità di disporre delle risorse che accompagnino la destinazione dei beni confiscati per consentirne la ristrutturazione e la manutenzione. Questo per evitare che il tempo che intercorre tra il sequestro e leffettiva assegnazione provochi un impoverimento strutturale del bene. Per questo abbiamo chiesto che almeno una parte delle risorse confiscate alla criminalità organizzata non vadano allinterno del Fondo Unico Giustizia e rimangano sul territorio».
«La nostra città - ha concluso il Sindaco - è una di quelle dove è più alta la concertazione di beni e di risorse confiscati alla ndrangheta. Dobbiamo essere capaci di utilizzare al meglio le opportunità che ci offrono le forze dellordine che, con il loro incessante lavoro, hanno ottenuto in questi anni importanti risultati nella lotta alla criminalità organizzata. I beni confiscati rappresentano certamente un simbolo di riscatto e possono diventare una vera e propria risorsa sociale ed economica per il territorio. Proprio per questo ho voluto che lAmministrazione si dotasse di un ufficio dedicato e di un regolamento specifico sui beni comuni e sui beni confiscati, approvato proprio la scorsa settimana in Consiglio. È la dimostrazione che puntiamo molto su quello che riteniamo possa essere un settore nevralgico per lo sviluppo del territorio urbano».