Sabato 16 Agosto 2008 - Castello Aragonese - Ore 21:00
IL PROCESSO
DI FRANZ KAFKA
Regia e adattamento di Anna Battaglia
Con: Gianluca Frigerio, Salvatore Bruna, Ciro Cipriano, Roberta Arrigoni, Raffaele Pato Digioia, Rita Giacchetti, Fabrizio Spica.
Nella Praga storica, lo stimato uomo daffari Josef K. viene arrestato. Comincia così il logorante calvario di un individuo che scopre di essere oggetto di un oscuro processo, di un malinteso che la vittima si adopera a risolvere avvalendosi della logica e di quel pragmatismo che la hanno sempre contraddistinta. Ma i tempi e la metodologia della macchina processuale, in balia dellirrazionalità, sembra non rispettare liter canonico. K. non è in grado nemmeno di scoprire il proprio capo di imputazione, ma affiancato da un avvocato cerca, tra vicende surreali e assurde di comprendere il suo destino. Fino alla rinuncia alla difesa, rassegnazione che lo porta alla condanna a morte. E come un cane viene ucciso.
Il processo è un romanzo incompiuto ambientato nei primi del Novecento. Composta di dieci capitolo scritti tra lagosto nel 1914 e il gennaio dellanno successivo, lopera racconta lassurda vicenda attraverso uno stile adatto per rendere la narrazione spersonalizzante e angosciosa, dove i personaggi sono mal definiti e descritti in modo criptico e dove la trama presenta appositamente delle contraddizioni, introdotte ad artem dallautore per disorientare il lettore e trascinarlo in una dimensione onirica.
Nel totale rispetto della scrittura kafkiana, la regista ha conservato intatto lo spessore letterario della vicenda, raccontata sulla scena dal protagonista come se si riappropriasse di un sogno. Ecco che il giudice, la guardia, larmadio e tutti gli altri oggetti prendono vita: ora un clochard, poi un pagliaccio. La farsa ha inizio e tutto, trasposto in una dimensione circense, sembra pervaso di assurdità. Fortemente caratterizzati i personaggi che si muovono tra il grottesco e lonirico fino allepilogo. K., dopo essere stato spettatore di numeri e di acrobazie, abbandona il circo.
Così, Anna Battaglia legge Il Processo di Kafka. Scrittrice meritevole del Premio Fiuggi Dolcetta dOro, drammaturga premiata con il Fersen 2007, pittrice e scultrice, Anna Battaglia, artista a tutto tondo, ha avuto loccasione di conoscere da vicino lambiente del tribunale. Approfondendo i climi e gli umori che pervadono le stanze dei tribunali, i meccanismi, le logiche-non logiche, conoscendo da vicino gli individui che odorano di codici e di leggi, Anna Battaglia offre allo spettatore un testo di Kafka originale, ma alleggerito nei toni e nei caratteri dei personaggi.
Note di regia
Che accade nella vita di un uomo quando viene accusato di un crimine che non ha mai commesso? Che accade quando la calunnia si trasforma in un turbine inesorabile di menzogne, infamie e maldicenze? Che accade quando viene trascinata nel nero abisso della vergogna tutta la tua vita? Il sospetto è più forte di ogni verità: da questa dichiarazione dintenti prende le mosse il mio allestimento.
Drammaturgico è il progetto, affidata agli attori la centralità della rappresentazione, narrativa la discendenza intellettuale, fortemente visivo limpatto narrativo.
Kafka enfatizza gli aspetti grotteschi della giustizia in una narrazione costruita per divertire gli amici nelle birrerie praghesi di Mala Strana, che, ascoltandolo leggere, morivano, letteralmente, dal ridere. Salvato da uno di questi, Max Brod, dalla distruzione richiesta dallAutore in punto di morte, il romanzo è diventato sinonimo di situazioni tipiche dellassurdo: ma è molto di più.
K., nella mia messa in scena, si trova alle prese con la sarabanda circense che fa della presunzione di colpevolezza una gag e della morte una comica finale. Giudici arroganti e deliranti, funzionari corrotti e corruttibili, cancellieri negligenti ed indolenti sono coreuti della tragedia di un uomo ridicolo che si autoaccusa e autocondanna, prigioniero di unetica che neppure conosce, schiavo di un super io che neanche interpella. E, tuttavia, nella loro identità di riferimento, giudici , avvocati e gendarmi non sono tanto diversi dalla pletora di funzionari, kafkianamente persi nei corridoi dei passi perduti di ogni tribunale dove lamministrazione della giustizia è un inferno di buone intenzioni e un ipermercato del compromesso.