La figura e lopera di Ruggero Leoncavallo, uno dei compositori italiani più famosi tra le fine dellOttocento e gli inizi del Novecento sarà ricordata, nel 150° della nascita, nel corso di un incontro promosso dallAssociazione Culturale Anassilaos, con la partecipazione di Biagio DAgostino, Responsabile Musica Operistica dellAssociazione, che si terrà giovedì 17 gennaio alle ore 18,00 presso lo Spazio Cultura del Sodalizio (Via Rosselli). Ruggero Leoncavallo nasce a Napoli il 23 aprile del 1857. A Montalto Uffugo, ridente centro in Provincia di Cosenza, visse per un certo numero di anni a seguito del padre che vi esercitava la pretura. Qui, in giovane età, assistette ad un fatto di sangue che, successivamente, lo ispirò alla realizzazione della sua opera più famosa, Pagliacci, che proprio a Montalto Uffugo è ambientata. Studiò musica al Conservatorio di San Pietr
o a Majella di Napoli e si avviò alla composizione operistica. Le prime prove non ebbero molta fortuna. Nel 1892 compose invece I Pagliacci, unopera di contenuto veristico. Non a caso essa si apre a sipario calato mentre Tonio presentandosi come "Prologo", narra ciò che avverrà nell'opera e le intenzioni che l'autore si propone. Tale prologo costituisce un vero e proprio manifesto dell'opera verista. La compagnia teatrale di Canio è giunta a Montalto Uffugo, per la rappresentazione di una commedia. Canio viene informato da Tonio, uno degli attori, che la moglie Nedda lo tradisce con un contadino del luogo, Silvio. Egli vorrebbe scagliarsi contro Nedda ma poiché il pubblico aspetta la rappresentazione, nonostante il suo dolore, si trucca e si prepara per la commedia. Egli nella commedia, nel ruolo di Pagliaccio, interpreta un marito tradito dalla sposa Colombina. La realtà e la finzione cominciano così a
confondersi, e Canio, uomo tradito ed attore, dietro il suo personaggio comincia a rinfacciare a Nedda la sua ingratitudine e a manifestarle tutto il suo odio. Di fronte al rifiuto di Nedda di dire il nome del suo amante, Canio la uccide e insieme a lei uccide anche Silvio accorso per soccorrerla. Il pubblico si avvede troppo tardi che stanno assistendo ad un fatto reale e cercano inutilmente di fermare Canio, che, a delitto compiuto, esclama beffardo: "la commedia è finita!" Rappresentata per la prima volta nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini, l'opera riscosse un successo immediato. Una delle sue arie Vesti la giubba, incisa da Enrico Caruso, ottenne un grande successo di vendite. Le opere successive (I Medici del 1893 e Chatterton del 1896) non incontrarono altrettanto successo. La stessa La Bohème, rappresentata nel 1897 fu oscurata dal successo dell'opera di Puccini. Nel 1900 compose Zazà (1900) oggi poco ricordata. Nel 1904 compose per Enrico Caruso una romanza, la celebre Mattinata (L'aurora di bianco vestita), incisa nel 1904, e ripresa nel 1969, in occasione di Canzonissima, da Al Bano. Il compositore morì a Montecatini nel 1919.