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Associazione "Amici del Museo" - Il punto sul Museo di Reggio

Comunicato stampa dell'Associazione "Amici del Museo".

 

A quaranta giorni da quando il Consiglio Direttivo dell’Associazione "Amici del Museo" prese posizione contro la decisione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di gestire "a senso unico" i pezzi più pregiati esposti nel nostro museo, e dopo le più che giustificate proteste dell’opinione pubblica reggina contro quella che appare come una netta violazione dei principi che stanno alla base della fruizione dei beni culturali, è tempo di fare il punto su tutta la situazione che riguarda il tanto bistrattato "Museo Nazionale della Magna Grecia" di Reggio Calabria.
Un primo dato riguarda il fatto scatenante: l’inserimento del kouros, delle teste bronzee "di Basilea" e del "Filosofo di Porticello" – quest’ultima, poi, dopo le prime proteste, benignamente sostituita con la fittile ‘Testa di Medma’ – nella mostra “La Forza del Bello. L’arte greca conquista l’Italia”, che il consulente culturale del Comune di Mantova, prof. Salvatore Settis, ha messo in piedi in quella Città, per promuoverla culturalmente a livello internazionale.
Perché reagimmo: perché già in altra occasione, quale la mostra romana delle opere di Antonello da Messina, allorché vi furono trasferite le due tavole dipinte da quel pittore che sono patrimonio dell’antico Museo Civico reggino, a chiare lettere avevamo detto di non aver assolutamente niente contro il ‘prestito’ dei capolavori d’arte conservati nel Museo, ma che ciò doveva avere comunque un ‘ritorno’ nei confronti della Città – posizione pienamente condivisa ai più alti vertici, politici come il Consiglio Comunale cittadino, e culturali come il Rettore dell’Università ‘Mediterranea’ –. Reggio Calabria ha tutte le carte in regola per occupare i primi posti nelle classifiche che si fanno sui livelli della vita culturale delle Città italiane; soprattutto per il ricchissimo patrimonio archeologico di cui è depositaria, che proviene dall’intera Calabria, ma anche dalle zolle della sua terra che l’hanno conservato per migliaia di anni.
E se questo patrimonio è talmente rilevante da essere appetito a destra e a manca, tutte le volte che si organizzano grandi eventi culturali, è da ritenere più che giustificata la richiesta – anzi, la pretesa! – che la Città non ne resti fuori. Per tornare alla mostra di Antonello da Messina, tutti ricordano le assicurazioni ricevute, che essa, cioè,  diventata itinerante, si sarebbe poi trasferita anche a Reggio. Il che non è avvenuto, lasciando l’amaro in bocca a chi aveva offerto generosa apertura culturale. Lo stesso dicasi per la mostra di Mantova, della quale è già previsto il trasferimento solo in Sicilia. Oggi, dopo le vibrate proteste, sembra che i promotori romano-mantovani siano disposti a mandare qualcosina anche da noi. Così come solo dopo le proteste, gli stessi mantovani hanno deciso che la delicatissima Testa di Basilea sia esposta, insieme al kouros e alla Testa medmea, non in un punto qualunque del percorso espositivo ma in una sala con termocondizionatore. E ancora: solo dopo le proteste è stato deciso che i reperti torneranno a Reggio ‘onusti di gloria’ non più a metà ottobre ma ai primi di luglio. Tutto ciò sarebbe avvenuto se Reggio non avesse protestato? I terminali politici reggini del ministro Rutelli non avrebbero potuto e dovuto, opportunamente ed intelligentemente, intervenire prima, nell’interesse della Città? All’Associazione ‘Amici del Museo’ la politica non interessa, ma insorgerà sempre, con impegno risoluto, ogni qual volta siano messi in discussione i diritti culturali di Reggio. Nella circostanza, non v’è dubbio che, da parte degli organismi ministeriali, sia stata esercitata una vera e propria violenza sulla Città. Si è arrivati allo scontro istituzionale, con un ministro della Repubblica che ignora le lettere del Sindaco di una città italiana, quasi come se ‘i pezzi sono miei e ne faccio quello che voglio’… Violenza aggravata dalla recidiva, per l’episodio del trasferimento, al Princeton University Art Museum, nello scorso mese di ottobre 2007, dell’acrolito marmoreo di Cirò, raffigurante il dio Apollo. Trasferimento avvenuto nel più assoluto silenzio, in sordina, sottobanco, senza che nessuno ne sapesse niente. Con in più l’assurda decisione di concedere in uso, a quel Museo, insieme ad altri ‘manufatti di prestigio e di interesse storico-artistico’, la celeberrima testa calabrese, per ben quattro anni, addirittura riconfermabile per altri quattro, come ‘equivalente’ (sic!) dell’avvenuta restituzione all’Italia di alcuni pezzi archeologici… che quel Museo americano le aveva, malaccortamente se non fraudolentemente, sottratto.
A tal proposito, questa Associazione ritiene essere improcrastinabile la revoca di quell’ingiurioso provvedimento, e l’immediato rientro a Reggio dell’acrolito.
La gestione della cultura deve essere innanzitutto informazione, comunicazione.
L’Associazione ha particolarmente gradito l’iniziativa della nuova responsabile dell’area archeologica di Reggio, dottoressa Rossella Agostino, di rendere partecipi i Cittadini di quanto sta venendo alla luce nel cantiere edile di viale Venticinque Luglio.
E su questa linea l’Associazione chiede a chi di competenza di indire nel più breve tempo possibile una conferenza stampa, per illustrare il progetto di ‘ammodernamento’ del palazzo museale, che è pur sempre – nessuno lo dimentichi! – edificio di proprietà del Comune di Reggio Calabria. Un progetto di cui tutti parlano, del quale si dicono particolari che suscitano perplessità e preoccupazione, ma che ufficialmente è totalmente ignoto. Prima che si organizzi un’altra ‘ammuina’, è indispensabile che chi sa parli, esponga, informi…! Richiesta eguale avanziamo per la fruizione degli scavi di Piazza Vittorio Emanuele II. Avevamo chiesto a suo tempo alla Soprintendenza che un’adeguata pannellistica illustrasse, a Reggini e Turisti, quello che gli scavi hanno riportato in vista. Non siamo stati ascoltati. Adesso si parla, anche per la Piazza, di un importante progetto ‘di adeguamento’. Ma tutto resta nel vago, nel misterioso. La raccomandazione è che, invece, l’Amministrazione Comunale curi un’ampia informazione sui suoi programmi in merito.
Ultimo argomento: la carica di Soprintendente Archeologico per la Calabria. Fra qualche giorno scadrà il termine della proroga dell’incarico al prof. Guzzo, che il Ministero dovette a suo tempo deliberare, malgrado le dimissioni che il medesimo aveva presentato. Si avrà una nuova proroga, si nominerà qualcuno ex novo? L’archeologia calabrese non può restare nell’attuale situazione di stallo totale. Tra l’altro, c’è in campo anche la nomina del responsabile della nuova Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali, costituita di recente con competenza specifica per le province di Reggio e Vibo. Ci si augura che per queste due nomine vengano operate scelte qualificate e ‘definitive’.
Che fare, dunque, per la partecipazione del Museo Nazionale di Reggio Calabria alla mostra di Mantova?
Il totale silenzio romano, fin qui registrato, non sembra essere la scelta migliore per far tornare la serenità in una Città che non ha proprio bisogno di conflittualità di questo genere. L’auspicio è che la ragionevolezza prevalga e ci si apra al dialogo.
Qualunque comportamento diverso porterebbe a commettere grossi, incomprensibili errori.

Prof. avv. Vincenzo Panuccio
Presidente dell’Associazione
‘Amici del Museo di Reggio Calabria’

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