Il III Centenario della nascita di Carlo Goldoni (1707/2007), che può essere considerato il padre della commedia italiana nonostante i giudizi fortemente limitativi di De Sanctis e Croce, sarà ricordato nel corso di una manifestazione promossa dall'Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 20 dicembre alle ore 18,00 presso lo Spazio Cultura dell'Anassilaos (Via Rosselli) con l'intervento della Prof.ssa Francesca Neri. Nato a Venezia il 25 Febbraio 1707, Carlo Goldoni manifestò sin da giovanissimo la sua predilezione per il teatro preferendolo agli studi di filosofia che aveva intrapreso. Diviso tra il padre, medico, e la madre, egli seguì ora l'uno ora l'altra. Alla morte del genitore, nel 1731, si assunse il mantenimento della famiglia completando gli studi e divenendo avvocato. L'incontro, nel 1734, con il capocomico Giuseppe Imer, cambiò la sua vita. Ebbe infatti l'incarico di scrivere testi per il teatro San Samuele, di proprietà Grimani e nel 1738 elaborò la sua prima vera commedia il Momolo cortesan, con la parte del protagonista interamente scritta. Nel 1742 stese la prima commedia interamente scritta, La donna di garbo. A causa dei debiti fu però costretto a lasciare Venezia pur continuando a lavorare nel teatro. Nel 1748 vi fece ritorno e iniziò a scrivere per la compagnia Medebac una serie di commedie nelle quali, distaccandosi dai modelli della commedia dell'arte, realizza i principi di quella "riforma" del teatro che è stato uno dei meriti suoi più grandi pur se non pienamente compresi dai contemporanei. In questo momento hanno inizio infatti le polemiche sulla novità del suo teatro e prende corpo l'accesa rivalità con l'abate Pietro Chiari, suo concorrente. Nascono ciononostante una serie di capolavori, tra i quali La bottega del caffè, Il bugiardo, La serva amorosa e La locandiera, che è uno dei suoi capolavori. Dopo aver rotto con il Medebac, Goldoni assunse un nuovo impegno nel 1753 con il teatro San Luca, di proprietà Vendramin. Pur tra difficoltà di vario genere riesce a produrre un capolavoro, Il campiello. Ancora a Venezia compone altri capolavori Gl'innamorati, commedia in italiano e in prosa, I rusteghi. Nel 1761 il commediografo venne invitato a recarsi a Parigi con l'incarico di occuparsi della Comédie Italienne. Prima di lasciare, e stavolta per sempre, Venezia, dona alla sua patria la Trilogia della villeggiatura:
Sior Todero brontolon, Le baruffe chiozzotte e Una delle ultime sere di carnovale, capolavori assoluti. A Parigi giunge nel 1762 e sulle prime ebbe qualche difficoltà ad inserirsi nell'ambiente culturale della capitale francese, anche perché il pubblico d'oltralpe era legato ancora a quella commedia dell'arte da cui Goldoni si era allontanato ormai da tempo. In Francia compose in italiano il ventaglio e, in francese, Le bourru bienfaisant e L'avare fastueux. Vicino alla famiglia reale ottenne una pensione di corte. Tra il 1784 e l'87 scrisse in francese la sua autobiografia, Mémoires. La rivoluzione francese sconvolse la sua esistenza e lo lasciò in miseria a causa della soppressione delle pensioni reali. Morì oscuramente a Parigi il 6 febbraio 1793.