La figura e l'opera di Giuseppe Di Vittorio, nel 50° anniversario della scomparsa (3 novembre 1957) sarà al centro di un incontro promosso dall'Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 13 dicembre alle ore 18,00 presso lo Spazio Cultura del Sodalizio in via Rosselli. Ad analizzare la figura del sindacalista,anche e soprattutto in relazione alla storia del sindacalismo in Calabria e a Reggio Calabria, sarà l'On. Francesco Catanzariti, Presidente per la Regione Calabria dell'Associazione degli ex-parlamentari della Repubblica ed esponente di spicco del sindacalismo calabrese, e della CGIL in particolare, di cui è stato per molti anni leader. Nato a Cerignola l'11 agosto del 1892 Giuseppe Di Vittorio è stato senza dubbio uno degli esponenti più significativi del sindacato italiano del dopoguerra . Proveniente dal mondo contadino partecipò giovanissimi, nella sua terra, alla lotta sindacale e politica. Fu socialista e successivamente , dopo la scissione di Livorno del 1921, aderì al Partito Comunista. Condannato dal tribunale speciale fascista a 12 anni di carcere, nel 1925, riuscì a fuggire in Francia dove aveva rappresentato la disciolta Confederazione Generale Italiana del Lavoro nell'Internazionale dei sindacati rossi. Dal 1928 al 1930 soggiornò in Unione Sovietica e rappresentò l'Italia nella neonata Internazionale Contadina per poi tornare a Parigi ed entrare nel gruppo dirigente del PCI. Nel 1945 fu eletto segretario della CGIL, il sindacato unitario che era stato costituito riunendo le tre principali correnti sindacali, quella comunista, quella cattolica e quella socialista grazie all'accordo del 1944 (il cosiddetto Patto di Roma). In tale veste, nel nuovo clima politico che si era creato nel Paese a causa della Guerra fredda e alle elezioni del 18 aprile del 1948, assistette alla scissione che portò alla nascita della CISL, corrente cattolica, e più tardi alla nascita della UIL che raggruppò le forze socialdemocratiche. Egli continuò a guidare la CGIL fino alla morte avvenuta nel 1957.