Proseguono presso il Chiostro di San Giorgio al Corso, nell'ambito di Reggio Estate 2007, gli Incontri con la Poesia Italiana promossi dall'Associazione Culturale Anassilaos con l'intervento critico della Prof.ssa Francesca Neri. Al centro della manifestazione, che si terrà giovedì 23 agosto alle ore 21:00, un omaggio a Salvatore Quasimodo - il poeta, Premio Nobel per la Letteratura, che trascorse, come è noto, a Reggio Calabria alcuni anni della sua vita, durante i quali strinse profondi rapporti di stima e amicizia con gli intellettuali reggini, primo fra tutti Enzo Misefari - nel 60° anniversario della pubblicazione della raccolta "Giorno dopo giorno", di sicuro una delle sue opere più belle e apprezzate in Italia e nel mondo - a parte la traduzione dei Lirici greci- le cui liriche furono scritte tra il 1943 e il 1945 sotto l'emozione degli eventi tragici che travagliarono l'Italia tra l'8 settembre 1943, data dell'armistizio e dell'inizio della occupazione dell'Italia da parte dei tedeschi oltrechè della guerra civile, e il 1945. Come già avvenuto per la poesia di Ungaretti nel "Dolore", la poesia di Quasimodo, fino a quel momento chiusa in una riflessione interiore, dinanzi alla tragica realtà della Guerra, alla sua barbarie, trova accenti nuovi, più sinceri e profondi. La raccolta, che si compone di 20 liriche, in un primo tempo (1946) viene pubblicata con il titolo Con il piede straniero sopra il cuore. Nel 1947 viene affidata dal poeta alla Mondadori che la ripubblica, con l'aggiunta di due nuove poesie, con il titolo definitivo Giorno dopo giorno. Il 1945 segna la fine della guerra mondiale e la liberazione dell'Italia. Il conflitto ha aperto gli occhi a molti intellettuali dell'epoca consentendo in loro una maturazione politica, culturale, sociale ed umana che segna anche l'avvio di una poesia impegnata, aperta all'umano. Sono gli anni della ricostruzione spirituale e materiale del Paese e i poeti contribuiscono a tale opera con una riflessione alta e profonda sulla tragedia umana che si è appena conclusa.
Non a caso "Giorno dopo giorno" si apre con la poesia Alle fronde dei Salici, composta nei primi mesi del 1945, nel pieno della occupazione nazista e della resistenza. Il poeta, la cui voce aveva taciuto per tutto il 1944, si chiede come fosse possibile "cantare" durante l'occupazione "Con il piede straniero sopra il cuore" e delinea uno scenario tragico e disperato coi " morti abbandonati nelle piazze" e " sull'erba", con il lamento dei fanciulli simile al grido degli agnelli, e l'urlo disperato (nero) "della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo". In quella situazione anche la voce della poesia non poteva che tacere "Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese,oscillavano lievi al triste vento". Letture dei versi più significativi a cura degli Amici e del Laboratorio dell'Associazione Culturale Anassilaos con Katia Aricò, Biagio D'Agostino, Giacomo Marcianò, Fausto Maccarone, Pino Papasergio, Daniela Pericone, Antonella Postorino, Caterina Scopelliti.