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Spazio Teatro - Seminario sul Cinema di Jean Luc Godard

Martedì 29 e Mercoledì 30 maggio 2007 - Sala SpazioTeatro - Via S. Paolo, 19/A - Reggio Calabria

 

Martedì 29 e Mercoledì 30 maggio 2007 - Sala SpazioTeatro - Via S. Paolo, 19/A - Reggio Calabria

Il Circolo del Cinema "Cesare Zavattini" in collaborazione con SpazioTeatro

Seminario sul Cinema di Jean Luc Godard





Programma

Martedì 29 Maggio 2007
Ore 17:30
Godard a la telé (doc., v.o. sott. it.)
Ore 18,30
Seminario di studi
Giorgio Simonelli
Università Cattolica di Milano
"La rivoluzione linguistica di Godard e dei suoi amici"
Luca Venzi
Università di Cassino
"Histoire(s) du cinéma, storia della notte: l'ultimo Godard e il problema della testimonianza"
Ore 21:00
Tous les garçon s'appellent Patrick
(Tutti i ragazzi si chiamano Patrick, 1957, cort. v.o. sott. it)
Mercoledì 30 Maggio 2007
Ore 17:30
Allemagne année 90 neuf zero (id.,1992)
Ore 18:30
Seminario di studi
Daniele Dottorini
Università di Cosenza - Dipartimento DAMS
"Sul concetto di storia, Jean-Luc Godard: immagine, vita, memoria"
Giorgio Simonelli
Università Cattolica di Milano
Luca Venzi
Università di Cassino
"Che cos'è il cinema? È la verità a ventiquattro fotogrammi al secondo"

Era così che Jean Luc Godard si esprimeva, un bel po' di anni fa, nei confronti del principale oggetto dei suoi desideri. E col senno di poi questa dichiarazione - che all'epoca poteva anche apparire come una boutade lanciata da un provocatore per vocazione - ci sembra adesso invece una fulminante dichiarazione d'intenti. Soprattutto per chi, radicalmente rosselliniano (il maestro italiano è da sempre uno dei suoi principali riferimenti cinematografici), vedeva il cinema non come un mezzo per dipingere la propria anima nelle cose, bensì come un mezzo per dipingere l'anima delle cose. Il cinema di Godard è tutto questo e molto di più: è la tradizione e l'avanguardia del cinema integrate in un'unica forma; è la possibilità di strutturare il film come una sorta di "saggio", d'indagine sociale e politica; è l'arte del montaggio, frammentario, esibito, lontano dall'invisibilità hollywoodiana, teso a comporre quello che Pasolini chiamava "cinema di poesia"; è la capacità di giocare, con largo anticipo sui tempi, con le forme della cultura di massa (Quentin Tarantino - il quale, fra l'altro, ha chiamato la propria casa di produzione Band Apart - ne sa qualcosa); è ricerca di nuove soluzioni espressive, sperimentalismo, lavoro su ogni tipo di materiale audiovisivo, riflessione in chiave critica sullo "spettacolo cinematografico" e sul rapporto fra cinema e "arti maggiori".
Confrontarsi con il cinema di Godard significa allora, per certi versi, confrontarsi con ciò che appartiene alla natura più profonda del cinema, e costituisce  per questo motivo un irresistibile invito a smontare il nostro (ed il suo) giocattolo preferito per vedere com'è fatto dentro.

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