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Associazione Culturale Anassilaos - Omaggio al Generale Umberto Nobile

Saletta di San Giorgio al Corso (ingresso Lungomare) - Martedì 21 ottobre 2008 alle ore 18:00

 
Generale Umberto Nobile
Il 15 aprile del 1928 partiva da Milano una spedizione scientifica al Polo Nord che prevedeva il sorvolo del Polo e un atterraggio sul pack. Al comando del dirigibile Italia Umberto Nobile che al Polo tornava per la seconda volta dopo la spedizione realizzata nel  maggio 1926 con l’esploratore norvegese Roald Amundsen a bordo del dirigibile Norge, dallo stesso Nobile  realizzato. Dopo aver sorvolato con successo il Polo il Norge atterrò in Alaska dopo aver compiuto una traversata di oltre 5300 km.  La  seconda trasvolata del Polo finì invece in tragedia, travolgendo nelle polemiche successive al disastro anche la figura di Nobile. Nell’ 80° anniversario della Spedizione, l’Associazione Culturale Anassilaos si propone di rendere omaggio ai caduti e ricordare la figura del Generale Umberto Nobile (Lauro, 21 gennaio 1885 – Roma, 30 luglio 1978), nel 30° anniversario della morte, nel corso di una manifestazione che si terrà martedì 21 ottobre 2008 alle ore 18:00 presso la Saletta di San Giorgio al Corso (ingresso Lungomare), relatore Biagio D’Agostino

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Generale Umberto Nobile

Umberto Nobile, ingegnere aereonautico, direttore dello Stabilimento militare di Costruzioni Aeronautiche di Roma fino al 1927, generale del Corpo del Genio Aeronautico, fu un geniale progettista e un pioniere dell’aviazione in un particolare momento della storia della stessa nel quale dirigibili e aeroplani si contendevano il primato e la vittoria, poi vinta dagli aerei, a suon di contributi statali.  La stessa vicenda di Nobile, precedente e successiva alla tragedia del dirigibile Italia, può essere inserita in tale “battaglia” tanto più se , a sostenere le ragioni degli aeroplani, era in Italia il fascista della prima ora ma anche eroico trasvolatore nonchè ministro Italo Balbo che due anni dopo l’infelice  trasvolata al Polo di Nobile realizzò la crociera transatlantica (1930) e il volo Roma-New York e ritorno (1933). La prima spedizione al Polo Nord (1926) fu un successo per Nobile e per l’Italia fascista. Non è un caso che  Mussolini lo promuovesse  generale dell' aeronautica. Ciononostante il Governo non aiutò Nobile né  diede  fondi allo scienziato per perfezionare le sue ricerche sui dirigibili al punto che la successiva spedizione del 1928 fu sponsorizzata dai privati, italiani e stranieri, entusiasti per la precedente impresa, senza alcun sostegno da parte del Governo, a parte un gruppo di alpini posti al comando del capitano Gennaro Sora. Un certo interesse manifestò invece il Vaticano e gli esploratori, prima dell’impresa, furono ricevuti da Pio XI. Il 15 aprile del 1928 Nobile, alla guida del dirigibile Italia, partì dunque da Milano e dopo aver attraversato le Alpi, e sorvolato l'Austria, la Cecoslovacchia, la Germania e la Svezia raggiunse le isole Svalbard, in Norvegia. Il progetto di Nobile era di effettuare 5 voli esplorativi, con partenza e rientro dalla base presso la baia del Re in modo da riuscire a coprire diverse aree dell'Artico. Il promo  volo ( 11 maggio 1928)  si concluse dopo sole 8 ore, a causa dei problemi per la formazione del ghiaccio sui timoni. Il secondo  volo  (15 maggio)  durò circa 3 giorni e furono percorsi 4.000 km nel corso dei quali furono raggiunti gli obiettivi scientifici prefissati. Il terzo e ultimo volo (23 maggio/25 maggio) prevedeva il raggiungimento del  polo, sul quale dovevano essere sbarcati  alcuni esploratori. Il Polo Nord fu raggiunto alle 00:24 del 24 maggio. A causa delle avverse condizioni climatiche non fu però possibile sbarcare gli esploratori e ci si limitò  a  lanciare una grande croce  benedetta dal Papa  e una bandiera dell'Italia. Messaggi furono inviati dal dirigibile  allo stesso pontefice, al re e a Mussolini. Durante il viaggio di ritorno, nel corso di una tempesta,  l'Italia perse quota e si schiantò sul ghiaccio. Dieci uomini dell’equipaggio (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani, Pomella morto nell'impatto e la cagnetta del Generale, Titina) vennero sbalzati sul ghiaccio mentre il dirigibile riprendeva quota trascinando con sé gli altri membri dell'equipaggio (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti) di cui non si seppe più nulla.  I superstiti grazie ai materiali caduti nell’impatto e a quelli  gettati da Arduino dall'aeronave, tra i quali cibo, una radio e la famosa Tenda Rossa, riuscirono a sopravvivere  per sette settimane in attesa dei soccorsi che partirono non appena fu colto l’SOS lanciato dalla radio. Nacque una gara di solidarietà tra numerosi paesi e tra privati – cui rimase in parte estranea l’Italia – che consentì di individuare gli esploratori. Un mese dopo infatti Nobile venne prelevato da un aereo svedese comandato dal tenente Ljundborg. Egli non voleva essere salvato per primo  ma il pilota svedese dichiarò che aveva l’ordine di salvare per primo il generale. In totale perirono sette persone dell'equipaggio dell'Italia; lo stesso Amundsen morì  mentre in volo cercava i  dispersi. Solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio russo Krasin raggiunse i superstiti e li trasse in salvo. Le responsabilità dell’incidente,  attribuite a qualche errore compiuto da Nobile,  il fatto che egli per primo si mise in  salvo abbandonando  i suoi uomini, la sua tiepida simpatia per il Fascismo, scatenarono i giornali italiani che, anche indotti dal regime, tacciarono di vigliaccheria il generale che  fu costretto a dimettersi da tutte le cariche e, invano, si rivolse direttamente a Benito Mussolini perché gli si restituisse l’onore. Qui senza dubbio  si consumò la rivalità con Balbo che aveva una visione diversa dell’aeronautica. Ritenendo – a ragione – che il futuro fosse negli aerei, egli approfittò della tragedia per sbarazzarsi una volta per tutte di Nobile.  Solo dopo la fine della II Guerra Mondiale Umberto Nobile venne riabilitato e promosso al grado di generale.
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