» Visualizzazione predefinita
 
 
 
 
 
 
 
Tag clouds
 

Festival dello Stretto - Etnica 2008

Venerdì 12 settembre ore 21:00 - Lungomare di Reggio Calabria - Ingresso libero

 
Festival dello Stretto - Etnica 2008

I migliori protagonisti nel corso degli anni della "Notte della Taranta" sbarcano al "Festival dello Stretto" , le due manifestazioni a caratterizzazione etnica del Sud italia, per il 2008 hanno un comune denominatore artistico: l’omaggio alla "Pizzica".
L’edizione del "Festival dello Stretto" di quest’anno si presenta come una delle migliori in assoluto con un ulteriore chicca costituita dalla splendida "Piccola orchestra La Viola", piccola solo nel nome essendo costituita da oltre 20 elementi come musicisti, in cui è prevalente la sezione degli organettisti, che ne costituisce la quasi totalità. Un segnale per il Sud, quello veicolato dalla musica etnica, che negli ultimi anni è riuscito ad indicare e sviluppare, coinvolgendo  decine di migliaia di ragazzi, una propria ben definita identità musicale, che la distingue e la caratterizza ormai in tutto il mondo, alla stregua del tango per gli Argentini, del Fado per il Portoghesi o della samba per i Brasiliani. Grazie alla propria musica etnica il Sud può rivitalizzare le energie sopite, prendendo spunto dagli esempi positivi e vincenti sviluppati nel corso degli anni dai due grandi eventi. L’edizione del Festival manterrà come ogni anno la sua collocazione nello scenario costituito dal Lungomare della Città di Reggio Calabria, con inizio previsto per le ore 21:00 con la splendida apertura della Piccola Orchestra La Viola. Nata nel 1994, da un’idea di Alessandro Parente (direttore e compositore) e Antonella Costanzo (voce solista) e dall'incontro di musicisti delle province di Roma, Latina e Frosinone, "La Piccola Orchestra La Viola", formazione di ispirazione popolare con influenze mediterranee, è considerata uno tra i gruppi più inediti nel panorama della world- Music italiana.
L’Orchestra ha ideato e messo in scena una moltitudine di spettacoli ai quali hanno partecipato: Peppe Barra, Daniele Sepe, Lino Cannavacciuolo, Dan Moretti, Vincenzo Zitello, Riccardo Tesi, Piero Ricci, Fratelli Mancuso, Alfio Antico, Hector Ulises Passarella, Mosshen Kasirossafar, Mario Salvi, Nando Citarella, Roberto Tombesi, Massimo Carrano, Paolo Bonfanti, Fabrizio Poggi, Maria Rosaria Omaggio, Arnoldo Foà. Alessandro Parente, ne è il direttore e compositore. Erede in via diretta di un patrimonio culturale legato in particolare alla tradizione dell’organetto, svolge attività didattica e di ricerca nell’ambito della sperimentazione timbrica dello strumento. In occasione del Giubileo del 2000 scrive le musiche de: “Il Sultano di Babilonia e la prostituta” nel CD
“L’infinitamente piccolo” di Angelo Branduardi con Franco Battiato. La voce solista dell’orchestra è Antonella Costanzo, diplomata in canto. Il cantare a piedi scalzi è un ritorno all’antico dove il contatto diretto con le vibrazioni di Madre Terra diventa fondamentale per la forza e il calore della sua voce, a volte teatrale e a volte popolare evocando così, i colori del mediterraneo. Ha collaborato con Nicola Piovani, Vincenzo Cerami e Lello Arena nella “Compagnia della luna” in “Canti di scena” e “Signor Novecento” ; con Giancarlo Schiaffini in “Tautovox” ; e con Teresa De Sio nel disco “Primo viene l’amore”…
Dopo la Viola seguiranno gli "Alla bua"  dominatori incontrasti sul web con una rappresentazione live al Festival dello Stretto dei brani più caratteristici della tradizione pugliese tra cui ‘Pizzicarella’ e ‘Lu rusciu de lu mari’. Nascono dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina, si sono formati tra le ronde della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, nelle notti itineranti del canto a Santu Lazzaru, nelle tipiche feste nelle curti fatte di vino, voci spiegate e incessabili tamburelli. Qui si sono uniti i componenti, ragazzi provenienti da vari paesi del Salento (da Casarano a Collepasso, da Racale fino alla grica Sternatia), con la comune coscienza di sentire propria l’eredità della musica popolare, appresa direttamente nelle proprie case, con la grande passione di suonarla, di tramandarla e di divulgarla. Alla Bua è una locuzione raccolta presso anziani del sud Salento, che la utilizzavano come ritornello per accompagnare i canti di lavoro o d’amore. Il significato lo dà, sembrerebbe, l’antica lingua grica (veramente antica, trattandosi di basso salento, e non della zona detta oggi Grecìa, circoscritta entro una decina di comuni, e ben distante da Alliste, luogo di questa scoperta): Alla Bua starebbe per medicina alternativa, altra cura. A seguire "Mimmo Epifani & gli  Epifani Barbers" sette tra i migliori musicisti della tradizione pugliese che accompagnano Epifani unanimemente riconosciuto come il miglior mandolinista Italiano. Mimmo Epifani è considerato dalla critica uno tra i migliori musicisti e conoscitori di musica etnica di livello internazionale per le innovazioni tecniche di improvvisazione applicate al suo strumento, il mandolino, nonché per la tecnica della mandola alla “barbiere”, tecnica così chiamata perché veniva insegnata in un salone da barbiere a San Vito dei Normanni (Brindisi) dai maestri Costantino Vita, barbiere e musicista, e “Maestro” Peppu D’Augusta, una sorta di direttore di orchestrine che suonavano la pizzica (danza  terapeutica del Salento detta anche Ballo di San Vito).
La formazione delle orchestrine di pizzica era composta da quattro o cinque musicisti che usavano strumenti come violino, chitarra battente, mandola o mandolino, chitarra francese e tamburi a cornice.
Proprio nella barberia di Maestro Costantino, Mimmo Epifani, giovanissimo, apprende l’arte del far musica scoprendo la passione per le tradizioni popolari tramandate oralmente. Con l’aiuto di Eugenio Bennato, che lo scoprirà come cantante rapper e solista di mandola a barbiere, collabora nel gruppo Musicanova, raggiungendo il massimo delle sue potenzialità artistiche effettuando concerti in tutto il mondo. Successivamente fonda Epifani Barbers e incide il suo album dal titolo “Marannui”.
Oltre ad essere uno dei più apprezzati solisti delle ultime edizioni della Notte della Taranta, Mimmo Epifani è solista dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium parco della Musica di Roma diretta da Ambrogio Sparagna. Un scarica di energia sotto forma di note musicali. Chiudono i "Nidi d’arac" una delle band Salentine più apprezzate sul territorio internazionale, capaci di fondere la modernità dei suoni alle migliori tradizioni. E’ il gruppo tra i più propositivi nel panorama di quella nuova tendenza musicale che, contaminando la tradizione popolare italiana con le nuove tecnologie sulla base di ritmi comuni, è  diventando un autentico fenomeno culturale.
La loro musica fa parte di una nuova espressione artistica universale che, grazie alle sue caratteristiche tipiche della modernità, è riuscita a portare la cultura popolare salentina ad essere individuata come una tra le più antiche ed affascinanti culture etniche del Villaggio Globale. La loro ricerca approda con consapevolezza nell' apertura, nel confronto tra Salento e mondo odierno, tra tamburello e computer, tra Internet e Santi, tra pizzica e break-beat, tra gli Ucci (il più antico Gruppo della Tradizione salentina) e i Chemical Brothers. Attraverso i loro sei albums, i Nidi d’Arac, hanno sviluppato un’ interessante metodologia di ricerca etno musicale occupandosi di due complementari aspetti  della musica: i contenuti e la forma.
Nel  primo aspetto lo scopo è quello di descrivere l’essenza profonda della cultura salentina con una sensibilità sud- orientale e consapevolezza occidentale attraverso la composizione o la reinterpretazione di testi e musiche. I loro testi raccontano le contaminazioni storiche linguistiche e culturali , le poetiche paesaggistiche,  i problemi sociali, i riti coreutici, tribali e religiosi dell’antico Salento. Le loro composizioni musicali sono spesso frutto dello sviluppo dei moduli musicali salentini (già studiati da alcuni ricercatori)  che pur simile alle molteplici sonorità del mediterraneo, sono unici al mondo.
La seconda riguarda la parte estetica dove, grazie alla malleabilità tipica della musica ed alle nuove metodologie di produzione, è possibile spaziare tra le varie e differenti forme di arrangiamento in cui non ci sono regole stilistiche, la digitalizzazione  del suono permette di concepire  semplici e complesse costruzioni  sonore, che partono da antichi suoni di violino e tamburello, per poi affiancarli ai ritmi trance, sintetizzatori delle frequenze sonore più svariate.
Quello di quest’anno è un Festival che si appresta  a coinvolgere in ritmi e balli scatenati l’intero Lungomare Reggino con arrivi come ogni anno da tutte le località della Calabria e non solo. Il Festival aprirà le Festività Mariane della Città di Reggio Calabria, ed è come ogni anno sostenuto dal Comitato Feste Patronali della Città di Reggio Calabria oltre che dall’Assessorato al Turismo della Regione Calabria, dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria e dalla Presidenza del Consiglio Regionale. Conduzione affidata a Luigi Grandinetti, interviste fuori campo di Antonio Aprile, produzione esecutiva Salvatore R. Familiari per l’ organizzazione della Cd club entertainment, co-produzione televisiva Giuseppe Marasco per 8
Videocalabria.

Linea Tratteggiata

www.festivaldellostretto.it

..
Aiutaci a migliorare 
la votazione è anonima e non richiede registrazione
positivoneutronegativo
Festival dello Stretto - Etnica 2008