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Mostra 'Michele Prestipino 1887-1975. Storia e memoria'

Dall' 11 aprile al 10 maggio 2009, a Villa Genoese Zerbi, mostra di Michele Prestipino

 
Mostra di Michele Prestipino 1887/ 1975. Storia e memoria

Villa Genoese Zerbi, Reggio Calabria dall' 11 aprile al 10 maggio 2009

Il primo piano di Villa Genoese Zerbi ospiterà dall’11 aprile al 10 maggio 2009 la mostra “Michele Prestipino 1887/1975. Storia e Memoria”.
L’esposizione vuol rendere omaggio ad un artista che attraverso le sue poliedriche capacità, per più di mezzo secolo, ha arricchito con suggestivi particolari, splendide forme e brillanti colori la città di Reggio Calabria.
Michele Prestipino balza alle cronache culturali della “Grande Reggio” sia come artista, sia per la sua attività di restauratore e decoratore, sia come fautore dei magnificenti presepi che ogni anno venivano allestiti presso l’Istituto Magistrale “T. Gulli”, sia come scenografo del Teatro Siracusa.
In mostra circa un centinaio fra i lavori che Michele Prestipino realizzò durante tutto il corso della sua vita: dipinti, disegni, soprattutto carboncini, e diverse testimonianze della sua produzione artistica, come fotografie e video dei decori architettonici e degli affreschi realizzati nei più bei Palazzi di Reggio Calabria. Percorrendo le diverse sale della Villa sarà così possibile tracciare la storia di una vita intera.
Le opere sono esposte in sezioni tematiche: Nudi, Fleurs, Ritratti, Paesaggi, Arte sacra.
La sua produzione pittorica abbraccia, infatti, diversi soggetti: i ritratti, fra cui gli autoritratti più volte esposti in mostre personali; i fiori, nella cui composizione cromatica risulta evidente il richiamo agli ambienti artistici napoletani, che frequenta durante l’Accademia di Belle Arti nella città partenopea; l’arte sacra, dove profonda devozione e ispirazione irradia i volti delle Madonne. Interessanti anche i bozzetti e i carboncini che ritraggono per lo più nudi, realizzati durante le lezioni di anatomia artistica in Accademia, ma anche nel corso della frequentazione della Scuola di Nudo a New York e della permanenza a Parigi nei primi anni del Novecento.
Nonostante prenda parte alla III Biennale d’Arte Calabrese, l’artista schiva spesso mostre ed esposizioni, destinando al suo studio tutta la produzione del tempo libero: dipinti di scorci ormai scomparsi della sua città: "a funtana russa" Calamizzi, per esempio e barche di pescatori a Giunchi (oggi Lido Comunale). Disegna e realizza, inoltre, per la ditta di Pasquale e Vincenzo Pellegrino, marmisti fra i più esperti di Reggio, altari, amboni e decori marmorei.
La vicenda personale ed artistica del Prestipino si arricchisce nel ricordo dei familiari di aneddoti e storie, tanto da suggerire una personalità semplice ma permeata di carisma, capacità, senso dell’appartenenza ad un mondo che nel giro di pochi anni, dopo la sua morte, sarà quasi completamente dimenticato.

Inaugurazione
Sabato 11 aprile ore 11,00
Responsabile sede espositiva
Giovanni Ditto
Curatore
Sabrina Prestipino
Concept allestitivo
Consolato Alampi
Danila Quattrone                                                  
Testi e catalogo
Serena Carbone
Realizzazione allestimento
Tiquattroitalia s.r.l.

Informazioni al pubblico
Villa Genoese Zerbi
Biglietteria
Tel./ Fax. 0965.898685;
Info Point
0965.23079
e-mail: g.ditto@comune.reggio-calabria.it

Orario  di apertura
da Martedì  a  Venerdì   ore 09/13 - 16/ 20
Sabato e Domenica      ore 09/13 – 17/21
Lunedì chiuso

Locandina  df

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Cenni Biografici
Michele Prestipino nasce a Reggio Calabria nel 1887 e si spegne ad ottantotto anni, nel 1975, nella stessa città che gli ha dato i natali.
Cresciuto in una famiglia numerosa e poco abbiente, fin da piccolo spicca per la sua naturale predisposizione all’arte del disegno. Dopo essersi diplomato all'Istituto Tecnico di Reggio Calabria, al principio del Novecento si trasferisce prima a Roma e poi a Napoli, dove frequenta i corsi di pittura dell’Accademia di Belle Arti e consegue il diploma di disegno architettonico. Appartengono a questo periodo i dipinti con ritratti di popolane e marinai, oltre nudi maschili e femminili eseguiti a carboncino durante il corso di anatomia.
In seguito agli avvenimenti che travolgono il mondo nella prima parte del secolo scorso, emigra in  America e si cimenta in diversi lavori, fra i quali la lavorazione di medaglie presso una manifattura specializzata di New York, iscrivendosi, nel contempo, alla Scuola del Nudo.
Inviato in Francia dalla U.S. Army, azienda per la quale lavorava, respira l’area della belle epoque ed entra in contatto con gli ambienti artistici che animano Parigi in quegli anni. La serie di carboncini eseguiti appena ritornato in America, riflette le vicissitudini di questo primo periodo e l’atmosfera che anima gli atelier d’artista.
La formazione di Michele Prestipino si caratterizza quindi per una serie di tappe fondamentali, che accomunano queste prime esperienze a quelle di tanti altri artisti reggini, come Vincenzo Cannizzaro, Vincenzo Morani, Domenico Augimeri, Giuseppe Benassai, ma anche Antonio Cannata o Francesco Jerace, che prima di lui, ancor giovanissimi, si trasferiscono a Napoli per frequentare l’Istituto o l’Accademia di Belle Arti.
Michele Prestipino ritorna in Calabria qualche anno dopo il terremoto del 1908 ed inizia la sua attività poliedrica di artista, restauratore, decoratore ed insegnante privato di pittura e disegno, entrando in contatto con le famiglie della nobiltà reggina. Suoi affreschi infatti si trovano nei più belli edifici della città, come Palazzo De Salvo, Reitani, Nesci e in alcune cappelle del cimitero.
Negli anni intreccia amicizie importanti, come quella con Alfonzo Frangipane, e affianca all’ attività di artista quella di insegnante. Esegue numerosi particolari di opere di artisti reggini del passato e gli viene affidato anche il recupero e il restauro di importanti dipinti.
Illustre personaggio della Reggio del Novecento, personalità ricca e poliedrica, ricopre per circa un trentennio, dal 1945 al 1974, quasi a suggello delle sue capacità e dei suoi meriti artisti, l’incarico di Ispettore Onorario alle Antichità e alle Belle Arti.
Scrive, infatti, Placido Olindo Geraci, a proposito del nostro artista, sulla rivista Brutium che “particolari ed opere rivelano una dote non comune: quella di saper riprodurre in modo magistrale l’opera d’arte nella tecnica e nella coloristica, interpretandone correttamente i valori plastici e spaziali, talché queste riproduzioni suscitano l’emozione degli originali”.
Sue opere si trovano tutt’oggi nel Duomo (“Sacro Cuore di Gesù”, 1958 e “Sant’Antonio di Padova con Bambino”, 1933) e nella Chiesa della Cattolica dei Greci (“Sant’Antonio”, 1959).

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Mostra 'Michele Prestipino 1887-1975. Storia e memoria'