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Associazione Culturale Anassilaos - "L'opera di soccorso dell’Esercito Italiano a Reggio Calabria"

Centenario del Terremoto di Reggio Calabria e Messina del 28 dicembre 1908 - Incontro sul tema - Giovedì 10 aprile 2008 alle ore 18:00 presso l'Associazione Anassilaos - Via C.Rosselli

 
L'opera di soccorso dell’Esercito Italiano a Reggio Calabria

Il ruolo dell’esercito italiano, della marina, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nell’opera di soccorso alle città di Reggio e Messina devastate dal terremoto del 28 dicembre 1908 sarà al centro dell’incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 10 aprile 2008 alle ore 18:00 presso lo Spazio Cultura del Sodalizio reggino con la partecipazione di Giuseppe Diaco, cultore della storia reggina e collezionista.
Un ruolo, questo dell’esercito, che venne giustamente esaltato da Vittorio Emanuele III che, ritornato a Roma dopo aver visitato le città,  rivolse alle truppe il 05 gennaio 1909 un grande elogio per l’opera compiuta "Nella terribile sciagura che ha colpito una vasta plaga della nostra Italia, distruggendo due grandi città e numerosi paesi della Calabria e della Sicilia, una volta di più ho potuto personalmente constatare il nobile slancio dell'esercito e dell'armata, che accomunando i loro sforzi a quelli dei valorosi ufficiali ed equipaggi delle navi estere, compirono opera di sublime pietà strappando dalle rovinanti macerie, anche con atti di vero eroismo, gli infelici sepolti, curando i feriti, ricoverando e provvedendo all'assistenza ai superstiti. Al recente ricordo del miserando spettacolo, che mi ha profondamente commosso, erompe dall'animo mio e vi perdura vivissimo il sentimento di ammirazione che rivolgo all'esercito ed all'armata. Il mio pensiero riconoscente corre pure spontaneamente agli ammiragli, agli ufficiali ed agli equipaggi delle navi russe, inglesi, germaniche e francesi che, mirabile esempio di solidarietà umana, recarono tanto generoso contributo di mente e di opera". Nel messaggio del sovrano si coglie appieno  l’immenso lavoro compiuto dalle truppe italiane e da quelle dei paesi che in quel frangente si spesero a favore delle popolazioni. Le opere di soccorso nella città di Messina, dove erano ancorate le torpediniere “Saffo”, “Serpente”, “Scorpione”, “Spica” e l'incrociatore “Piemonte” cominciarono ben presto, fin dalle ore 08:00 del mattino, grazie allo sbarco di un contingente di marinai. I telegrafi erano però fuori uso e allo scopo di avvisare il governo la torpediniera, la "Spica" lasciò il porto di Messina, e dopo alcune ore, con una navigazione resa difficoltosa dal mare in tempesta, raggiunse Marina di Nicotera da dove inviò un primo dispaccio che fu comunicato anche al Ministro della Marina "Oggi la nave torpediniera Spica, da Marina di Nicotera, ha trasmesso alle ore 17:25 un telegramma in cui si dice che buona parte della città di Messina è distrutta. Vi sono molti morti e parecchie centinaia di case crollate. È spaventevole dover provvedere allo sgombero delle macerie, poiché i mezzi locali sono insufficienti. Urgono soccorsi, vettovagliamenti, assistenza ai feriti. Ogni aiuto è inadeguato alla gravità del disastro. Il comandante Passino è morto sotto le macerie". Da notare che in esso non si fa alcun cenno a Reggio Calabria e ciò spiega il ritardo con cui la nostra città venne soccorsa, anche se nel pomeriggio dello stesso 28 dicembre alcuni giornali romani cominciarono a parlare di danni e morti anche in Calabria. Il Governo, presieduto da Giovanni Giolitti, che all’inizio era scettico sulla veridicità delle notizie, mobilitò subito l’esercito e la marina militare. Già nella mattinata del 29 dicembre il porto di Messina era pieno di navi. Lo stesso sovrano con la regina Elena partì per Messina nella stessa giornata del 29. E Reggio? La nostra città  soltanto nella giornata del 30 dicembre cominciò a ricevere i soccorsi allorquando la  Regia Nave "Napoli", comandata da Cagni, da Messina si trasferì a Reggio Calabria. Egli assunse   il comando  e iniziò le operazioni di soccorso  grazie ai marinai sbarcati che si adoperarono per organizzare l’assistenza ed impiantare un primo ospedale da campo destinato alla medicazione dei feriti leggeri. Nello stesso tempo adoperò  i militari che erano presenti, compresi i sopravvissuti  del 22° fanteria ed alcuni distaccamenti del 2° bersaglieri e organizzò con i Carabinieri anche pattuglie di ronda con lo scopo di provvedere anche alle esigenze di Pubblica Sicurezza.

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Associazione Culturale Anassilaos - "L'opera di soccorso dell’Esercito Italiano a Reggio Calabria"