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Teatro Comunale "F.Cilea" - "La tempesta" di William Shakespeare

Venerdì 29 Febbraio 2008 - Sabato 01 e Domenica 02 Marzo 2008 - Teatro Comunale "Francesco Cilea" - Ore 21:00

 
"La tempesta" di William Shakespeare

Venerdì 29 Febbraio 2008 - Sabato 01 e Domenica 02 Marzo 2008 - Teatro Comunale "Francesco Cilea" - Ore 21:00

"La tempesta" di William Shakespeare

Adattamento, Regia e Scene
Tato Russo

con
Tato Russo

Costumi
Giusi Giustino

Musiche originali
Patrizio Marrone

Movimenti coreografici
Aurelio Gatti

Produzione
TEATRO BELLINI
TEATRO STABILE DI NAPOLI

La grande nave del teatro veleggia verso l’isola della coscienza:
la tempesta diventa così rito dell’espiazione, cerimoniale del perdono, mistica e finale riflessione sugli strumenti e i percorsi della vita, esoterica e propiziatoria funzione di rosa-crociana memoria, attraversamento prodigioso verso il giudizio, aspirazione alla palingenesi, apologo poetico e teleologico che, accompagnato da uno straordinario, e sconosciuto in shakespeare, fervore religioso e da un incommensurabile desiderio di purezza infinita in prossimità della morte, prende il gusto e il piglio nella rappresentazione d’un “mystero” nella sua medievale accezione, mentre la messinscena, perdendo quel gusto di favola pastorale intrisa di spunti d’arcadia e di commedia dell’arte, e evadendo da quel compiacimento molto elisabettiano e barocco di rappresentare il gran sentimento del meraviglioso, rende l’opera assimilabile ai frammenti d’una di quelle “moralities” che il teatro inglese ben conobbe. L’amputazione del famoso e accorsatissimo “prologo a mare” che da sempre ha stuzzicato la fantasia d’ogni regista a detrimento dello spessore tragico complessivo dell’opera si rivela di fondamentale rilievo per l’affinamento del punto di vista. La soppressione degli “avvenimenti a mare” favorisce infatti l’interiorizzazione della tempesta, la quale, perduto il carattere d’un accadimento esterno e reale, prende subito l’aspetto o il senso d’un evento metafisico, emotivo, d’una grande turbativa della coscienza, vortice e turbinio della memoria, mentre l’isola appare e scompare in modo da rendere ogni accadimento come una proiezione esclusiva dell’interior spiriti. Nello stesso tempo, sotto altro aspetto, la messinscena prende il tono d’una grande liturgia della poesia, d’una grande “missa solennis” del teatro, d’un trattato barocco sull’amore, sulla virtù e gli infiniti del palcoscenico, rito fascinoso per chi quell’amore offizia volta per volta sulla scena, rito del rinnovamento, della frenesia della creazione  poetica, della fantasia sfrenata dell’autoreregista risoluto demiurgo della scena, poeta vecchio e bambino d’ogni creazione. e ritorna così, anche qui, il gusto del doppio piano, della doppia illusione “vitateatro”, della parabola dei due sogni paralleli e intercorrenti, del riflettente e del riflesso nel magico specchio alchemico dell’arte e qui, come in nessun altra opera del bardo, le direzioni in cui opera la vicenda risultano contemporaneamente percorribili fino in fondo e ad un livello molto alto risultando l’opera, nell’una, una grande allusione sulla vita, nell’altra, un grande apologo sul teatro e mentre i lari del teatro e gli strumenti d’esso diventano gli spiriti della magia officiata, l’intera opera sembra correre dietro l’espressione d’un sacramento d’arte, propinato allo stremo della propria creazione artistica e del proprio fervore poetico.
(Tato Russo)

Per Informazioni:
www.teatrofrancescocilea.it
e-mail : cultura@reggiocal.it
Tel.: +39 0965.312701 - 0965.895162

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Teatro Comunale "F.Cilea" - "La tempesta" di William Shakespeare