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Associazione Culturale Anassilaos - Invito alla lettura: “Viaggio al termine della notte” di Celine

Venerdì 29 febbraio 2008 alle ore 21:00 presso lo Spazio Cultura dell’Anassilaos (Via Rosselli)

 

“Viaggio al termine della notte”   dello scrittore francese  Louis-Ferdinand Céline  sarà al centro dell’invito alla lettura promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà venerdì 29 febbraio 2008 alle ore 21:00 presso lo Spazio Cultura dell’Anassilaos (Via Rosselli) con l’intervento della Prof.ssa Paolina Messina.

Linea Tratteggiata
Louis-Ferdinand Auguste Destouches, conosciuto con lo pseudonimo di Céline, uno degli scrittori francesi del Novecento più controversi per le sue posizioni politiche filo-naziste e antisemite,  nasce a  Courbevoie, vicino Parigi,  il  27 maggio 1894 . Dopo un infanzia difficile, a causa dei maltrattamenti del padre, appena addolcita dalla presenza della nonna Céline, da cui trarrà poi il suo nome, viene mandato a studiare lingue all’estero. Attratto dalla vita militare si arruola volontario, appena diciottenne, nell’esercito francese  e prende parte alla prima guerra mondiale, ottenendo per il suo coraggio la Croce di guerra. Dopo il conflitto, che lascerà profonde ferite nella carne ma soprattutto nello spirito dello scrittore, si reca  in Africa per dirigere una piantagione di cacao in Camerun. Dopo qualche mese fa ritorno in Francia. Comincia a studiare medicina e prenderà la  laurea  nel 1924 con una tesi dedicata all'esperienza del medico Semmelweis.  Viaggiò in largo e in lungo a servizio della Società delle Nazioni  affinando la sua cultura. Rientrato  in Francia nel 1928 a Montmartre inizia a svolgere la professione di medico dei poveri, quasi gratuitamente. L’antisemitismo, comune a gran parte della società francese del tempo, non lo lascia immune. Tale atteggiamento traspare dai suoi scritti e soprattutto da alcuni pamphlet nei quali denuncia la rovina della Francia a causa degli ebrei e dei capitalisti.  Con tali idee egli partecipò al regime collaborazionista di Vichy pur non essendo organico ad esso. Nel 1945, finita la seconda guerra mondiale, per evitare la condanna a morte sotto l’accusa di collaborazionismo fuggì in Danimarca dove resterà fino al 1951. Molti intellettuali francesi ne chiederanno la condanna a morte, tra essi  Sartre.
Tornò  in Patria nel 1951 grazie all’amnistia, e su di lui e sulla sua opere cadde il silenzio, sia in Francia che nel resto dell’Europa, fino alla morte, avvenuta il 1 luglio 1961. Nessuno mai si chiese, ed è maturo il tempo che lo si faccia oggi, perché un intellettuale e uno scrittore così raffinato potesse, insieme a tanti altri intellettuali europei, pensiamo a Ezra Pound, manifestare e nutrire idee antisemite e filonaziste. Una domanda cui l’incontro tenterà di dare una, sia pure parziale, risposta.

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