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Associazione Culturale Anassilaos - Invito alla lettura: “Il Contratto sociale“ di J.J. Rousseau

Invito alla lettura - Venerdì 15 febbraio 2008 - Spazio Cultura dell’Anassilaos, Via Rosselli - Ore 21:00

 
Jean-Jacques Rousseau




“Il Contratto sociale“




di Jean-Jacques Rousseau, opera significativa di uno dei pensatori più importanti del secolo dei lumi, le cui idee politiche influenzarono sia la rivoluzione francese che lo sviluppo del nazionalismo, sia le teorie socialiste che l’affermazione di forme di autoritarismo, sarà  al centro dell’Invito alla Lettura promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà
venerdì 15 febbraio 2008 alle ore 21:00 presso lo Spazio Cultura dell’Anassilaos (via Rosselli) con l’intervento del Dr. Fabio Arichetta.

Linea Tratteggiata
Jean-Jacques Rousseau
Nato  a Ginevra il  28 giugno 1712  Rousseau ebbe un'infanzia difficile. La madre morì nel darlo alla luce e  il padre lo abbandonò. Fu dunque affidato al pastore Lambercier di Bossey.  Lasciata  Ginevra nel 1728, incontrò una nobildonna  francese che lo protesse divenendone l’amante e inducendolo a  convertirsi al cattolicesimo. Nel 1742 si trasferì  a Parigi e dal 1743 al 1744 fu segretario dell'ambasciatore di Francia a Venezia, la cui forma di governo, repubblicana e aristocratica, colpì Rousseau. Tornato a Parigi intraprese una relazione con Thérèse Lavasseur, una sartina da cui ebbe cinque figli che abbandonò in orfanotrofio suscitando le critiche di Voltaire e dei successivi commentatori. Durante il soggiorno parigino, fece amicizia con Diderot, e collaborò all'Enciclopedia. Il suo maggior contributo fu la voce "Economia politica". Interrotti nel 1757 i rapporti con gli Enciclopedisti pubblicò
tre opere fondamentali nel pensiero europeo: nel 1761 il romanzo Giulia o la nuova Eloisa;  l'anno successivo  il Contratto sociale e Emilio o dell'educazione. Questi ultimi libri criticavano la religione e furono perciò messi al bando sia in Francia che a Ginevra, dove era, nel frattempo, tornato. Fu costretto dunque a fuggire dalla città natale, nella quale si era riconvertito al protestantesimo, e si rifugiò in Gran Bretagna, ospite del filosofo David Hume. Tornò infine a Parigi  e si spense a Ermenoville, nei pressi della capitale, 2 luglio 1778. L'opera più importante sul piano del pensiero politico è senza dubbio il Contratto sociale, che nel corso del tempo ha influenzato la teoria politica europea sia di destra che di sinistra a partire proprio da quella considerazione che lo stato di natura, degenerando  in una condizione priva di legge o morale, impone all'umanità di adottare delle istituzioni se non vuole scomparire.
Solo grazie al contratto sociale, che comporta la rinuncia ai diritti naturali, gli individui possono sia conservarsi che restare liberi. Solo sottomettendosi all'autorità della volontà generale del popolo  gli individui evitano di diventare subordinati alla volontà di altri individui e saranno costretti a  obbedire alle leggi da essi stessi emanate. La sovranità appartiene al popolo, ma Rousseau distingue nettamente tra sovranità e governo che  è incaricato di eseguire e far rispettare la volontà generale, e si compone di un piccolo gruppo di cittadini, definiti "magistrati".  Rousseau non concepiva l’idea che l’esercizio della  sovranità potesse avvenire tramite un'assemblea rappresentativa ritenendo che  gli stessi cittadini dovevano essere i diretti autori delle leggi. Dunque lo Stato di Rousseau andrebbe realizzato  in società di piccole  dimensioni oppure, nei tempi attuali, il potere legislativo potrebbe essere esercitato attraverso le nuove forme di comunicazione. Resta comunque  il rapporto ambiguo tra la libertà dell’individuo e la volontà generale e si comprende come il testo del filosofo svizzero possa essersi prestato a visione politiche e sociali diametralmente opposte.

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