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Associazione Culturale Anassilaos - Centenario della nascita di Amintore Fanfani

Venerdì 8 febbraio 2008 alle ore 17:30 presso Palazzo San Giorgio

 

Il centenario della nascita di Amintore Fanfani  (Pieve Santo Stefano, 6 febbraio 1908 – Roma, 20 novembre 1999) sarà ricordato nel corso di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos/Sezione Studi Politici “Giuseppe De Nava” che si terrà venerdì 8 febbraio 2008 alle ore 17,30 presso Palazzo San Giorgio, relatore l’Avv. Mario De Tommasi che è stato politicamente vicino allo statista democristiano insieme al Sen. Nello Vincelli che nel 1958, assecondando lo sforzo di rinnovamento che Fanfani volle portare alla DC, si candidò e venne eletto per la prima volta in Parlamento. Fanfani è stato un protagonista assoluto della scena politica italiana e una figura storica della Democrazia Italiana anche se non sono da trascurare i suoi importanti studi di economia e da ultimo la sua attività di pittore, che incontrò risultati lusinghieri di pubblico e critica  Dopo il fascismo, di cui sostenne
, sul piano economico, l’idea  del corporativismo, a suo parare uno strumento provvidenziale per salvare la società italiana sia dalla deriva liberale che da quella socialista,  indirizzandola  verso la realizzazione di quegli ideali di giustizia sociale suggeriti dalla dottrina sociale della Chiesa, si avvicinò, verso la fine degli anni Trenta, a Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira partecipando  alle loro riunioni , discutendo di cattolicesimo e società. Con l'entrata in guerra dell'Italia, il gruppo spostò la sua attenzione al ruolo che sarebbe dovuto toccare al mondo cattolico all'indomani di quella caduta del Fascismo che era ormai ritenuta imminente. Dopo il conflitto fu lo stesso Giuseppe Dossetti, eletto alla vicesegreteria democristiana, ad affidargli  la direzione dell’ ufficio propaganda del partito che costituì  il suo trampolino di lancio. Eletto all'Assemblea Costituente, fece parte della Commissione che ha redatto il
testo della nuova Costituzione repubblicana. Sua è la formula: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Fu Segretario della Democrazia Cristiana (e  si adoperò a rinnovare il partito), più volte Presidente del Consiglio e quindi Ministro, Presidente del Senato, e per il 1965/1966 Presidente dell'Assemblea delle Nazioni Unite. Dopo la bufera di tangentopoli, nel 1994, aderì al  Partito Popolare Italiano e ricoprì la carica di presidente della commissione affari esteri del Senato della Repubblica. Egli viene, e giustamente, considerato uno dei Padri della Repubblica. Insieme  a Giuseppe Saragat, Pietro Nenni, Aldo Moro ed Ugo la Malfa,  è stato uno dei protagonisti della storia di Italia e uno  degli artefici della svolta politica del centro-sinistra, che assecondò la crescita economica e sociale del Paese.

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