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Associazione Culturale Anassilaos-L'età aurea di Reggio:considerazioni storiche monetazione Anassila

Sala di San Giorgio al Corso - Martedì 24 febbraio 2009 alle ore 18:00

 
Associazione Culturale Anassilaos-L'età aurea di Reggio:considerazioni storiche monetazione Anassila
"L'età aurea di Reggio: considerazioni storiche sulla monetazione di Anassila" è il tema dell’incontro, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, che si terrà martedì 24 febbraio 2009 alle ore 18:00 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento del Dr. Natale Zappalà. Al centro della conversazione dello studioso ancora una volta un momento significativo della storia di Reggio Calabria, quello di Anassila, esaminato alla luce delle monete emesse dal signore reggino, tra le più belle, sotto il profilo artistico, realizzate  nella Magna Grecia. Da un punto di vista strettamente economico, la moneta antica costituisce uno strumento di pagamento e  un valido mezzo di accumulazione della ricchezza. In quanto emessa dallo stato la moneta e lo studio di essa  aiuta comunque gli storici a meglio capire eventi ed aspetti del passato  grazie all’analisi delle immagini impresse sugli  esemplari metallici.    I tipi e i sistemi ponderali adottati dalle diverse autorità che emettono moneta rivelano l’esistenza e la delimitazione spaziale e cronologica dei circuiti politici e commerciali e riflettono il patrimonio culturale e religioso di città e popoli, il gusto e la sensibilità artistica del tempo in  cui sono collocati. Diviene dunque importante far conoscere le più  recenti acquisizioni cognitive relative alla  storia della monetazione reggina di età classica anche per non sottovalutare il  nostro glorioso passato cittadino. La conversazione del Dr. Zappalà, corredata da una presentazione multimediale che faciliterà la lettura delle immagini, prenderà in esame proprio il periodo aureo della Reggio antica, il suo momento di massimo fulgore politico ed economico, gli anni della tirannide di Anassila (494-476 a.C.), con le relative emissioni monetali. L’analisi iconografica condotta sulle serie identificate dalla testa di leone e dalla protome di vitello, battute fra il 494 e il 480 a.C. rivela una lunga serie di rapporti politici, commerciali e culturali, intrattenuti da Reggio con le più prospere città elleniche dell’epoca. La testa leonina  identifica infatti le serie in elettro emesse da Mitilene a Lesbo fra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C., dove talvolta l’immagine si può ricavare dall’unione di due conii raffiguranti due vitelli visti di profilo, nonché le contemporanee monete di Cuma campana e di Elea. L’animale compare altresì, insieme alla protome di vitello, sugli esemplari di Focea, sovente in sintonia con Rhegion in qualità di partner politica-commerciale privilegiata, e su alcuni nominali battuti da un grande centro fornitore di argento dell’attuale Midi francese come Massalia. Il successivo ridimensionamento politico di Anassila (480 a.C.), seguito alle annose e controverse lotte di potere che lo oppongono, insieme ai Cartaginesi, ai tiranni di Siracusa ed Agrigento, segna un’ulteriore mutamento iconografico dei nominali delle città dello Stretto, con l’adozione della biga di mule al galoppo e della lepre scattante. Una tipologia che verrà mantenuta a Messina  persino dopo la caduta della tirannide e che si segnala per una spiccata originalità rispetto alle “quadrighe” siracusane, originalità che evidenzia degli intriganti risvolti propagandistici inerenti il dualismo fra Reggio e Siracusa, immortalati dall’arguta ironia del commediografo Epicarmo. Infine, il ritrovamento di alcuni esemplari apparentemente battuti a nome di Locri, città confinante e sempiterna nemica dei Reggini, identificati dall’iconografia biga mulare/lepre, potrebbe far luce su una delle pagine più oscure della storia nostrana, il periodo di lotte civili che dilaniò la città, contrasti rammentati da Tucidide e Giustino e seguiti all’abbattimento della tirannide anassilaica nel 461/460 a.C. La scelta di un simbolo monetale non è dunque casuale ma è sempre giustificata da motivazioni storiche. Tale scelta  consente spesso di illuminare la memoria degli avvenimenti laddove tacciono le voci degli antichi autori, magari stimolando l’insorgere di una costruttiva e necessaria volontà di conoscere più approfonditamente il nostro passato.
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