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Il Meridione: crocevia di metafore culturali

 

Lungi dall’essere animato da una "cultura subalterna" e da un "paganesimo perenne" (come direbbero l’antropologo Alfonso Maria Di Nola e lo scrittore Carlo Levi), il Sud d’Italia rappresenta la metafora di un mondo culturale in continuo movimento e di una creolizzazione identitaria che non trova eguali in nessun altra regione della nostra penisola. Esso diventa il luogo fisico e simbolico dell’incontro, un immaginario più che mai reale sottoposto a forze e spinte che non appartengono solo alle individualità autoctone, un mosaico culturale i cui tasselli sono incastonati a formare un disegno dai contorni fluttuanti e continuamente riformulati.
Sin dalle origini dei primi insediamenti, il Meridione è stato conteso da numerose popolazioni che resero ciascun momento del suo percorso storico intenso e condizionante: basti pensare all’influenza che ebbero i greci, i romani, i brezi, i bizantini, i normanni, gli arabi e altri popoli sulle culture locali. Dunque, quale area meglio del Meridione saprebbe riscattarsi dall’accusa di immobilità sociale, grazie alla valorizzazione del suo patrimonio culturale che per molto tempo è stato sottratto agli occhi della Storia da condizionamenti ideologici legati ad una concezione della cultura assolutizzante e rigidamente strutturata? Si tratta, infatti, di una questione di sguardo: il superamento di schemi interpretativi evoluzionistici a favore di una visione meno generalizzante e più attenta alle idiosincrasie consente di cogliere gli intrecci e le compresenze che hanno reso il Sud d’Italia il motore della vita del Mediterraneo, la terra per antonomasia dove l’Oriente si è tuffato nell’Occidente, un soggetto compiuto dall’inconfondibile fisionomia e dalla forte e, allo stesso tempo, complessa personalità storica.
Partendo da queste considerazioni si è pensato di rendere la Rassegna libraria di Reggio Calabria non solo una vetrina efficace per la piccola e media editoria, ma soprattutto una preziosa occasione per creare uno spazio d’incontro e di discussione sul singolare e potenziale significato di un Meridione non più pensato e agito dagli “altri” e non più usurpato dai fraintendimenti concettuali di natura ideologica. In tal senso, il tema conduttore della Manifestazione nasce dalla presa di coscienza delle trasformazioni sociali sempre più repentine che stiamo vivendo alla luce delle quali siamo costretti a riconoscere la parzialità degli sguardi storici e la reciproca influenza di angoli visuali differenti. Questo rinnovato approccio deve portare a un nuovo tentativo di lettura dei momenti più edificanti della storia del Meridione e delle sue forme letterarie e artistiche più caratterizzanti. L’intento principale non è quello di garantire un asettico riconoscimento della ricchezza culturale e delle “alterità” che hanno popolato questa terra, ma di fornire una prospettiva in grado di elaborare in modo critico i “fatti meridiani” e di ripensare le sue dinamiche. Lo spazio di approfondimento e di riflessione che la Rassegna si ripropone di riservare all’interno di un articolato programma, costituisce il tentativo di rivisitare il Sud attraverso le voci di un teatro di storie, modelli, percorsi differenziati, e rappresenta un’importante occasione di recupero della memoria storica come risorsa e strategia per saper guardare in modo più consapevole al di là del profetico ed enigmatico orizzonte culturale che si prospetta alle soglie di un villaggio globale paradossalmente sempre più fragile e disomogeneo.

(Valeria Di Felice)

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