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Ass. Anassilaos - "Invito alla lettura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo"

Giovedì 19 giugno 2008 alle ore 21:00 presso la Sala Parrocchiale della Chiesa San Giorgio al Corso (ingresso Lungomare)

 
Eleanor Roosevelt and Human Rights Declaration
"L'Assemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della Società, avendo evidentemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale ed internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione". Questo il preambolo di quella Dichiarazione approvata quasi all'unanimità dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con soli otto voti di astensione e proclamata a Parigi il 10 dicembre 1948, che qualche mese prima, in un famoso discorso, Eleanor Roosevelt, moglie del Presidente USA, che tanto si era adoperata per essa, definì la Magna Carta dell'Umanità. Ad essa nel 60° anniversario l'Associazione Culturale Anassilaos Sezione Giovani dedica un incontro sul tema "Invito alla lettura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo" che si terrà giovedì 19 giugno 2008 alle ore 21:00 presso la Sala Parrocchiale della Chiesa San Giorgio al Corso (ingresso Lungomare) con l'intervento del Dr. Gianluca Romeo e della Dr.ssa Francesca Saffioti, giovani studiosi reggini. Introdurrà e condurrà l'incontro Tito Tropea, Presidente dell'Anassilaos Giovani. Affrontare un discorso sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo non è certo semplice. E' infatti un argomento che presenta diverse sfaccettature e pone diversi problemi sotto molteplici punti di vista. L'importanza e anche l'attualità di questo documento è evidente soprattutto in relazione ai drammatici eventi che hanno caratterizzato il Ventesimo secolo e continuano a caratterizzare il Ventunesimo. La Dichiarazione venne infatti proclamata il 10 dicembre 1948 in un quadro storico-politico chiaro. Gli Stati e la popolazione di tutto il Mondo erano appena usciti dalla Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che provocò immani perdite umane e materiali e fu caratterizzato dalle atrocità della Shoah e da tutta una serie di violazioni compiute in barba alle vigenti convenzioni internazionali. Sembrò dunque naturale e moralmente obbligatorio intervenire affinché in seguito non avessero a ripetersi gli stessi orrori. Partendo da tale considerazione è evidente che la stesura del Documento presenti una forte componente giuridica. Alla base del II Conflitto Mondiale ci fu, in diversi casi, un processo di degenerazione e "deformazione" dello Stato che portò compagini statali dalle illustri tradizioni culturali, giuridiche e filosofiche (pensiamo alla Germania) quasi ad una sorta di legalizzazione della violenza e della brutalità. Compito dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite fu allora quello di redigere un documento di valore universale e transnazionale che fungesse da fonte e da vincolo per tutti gli stati del mondo, qualunque fosse il loro ordinamento. Le basi di tale Dichiarazione si rintracciano in un postulato della Dottrina giuridica la quale identifica lo Stato come frutto della società. La Dichiarazione si compone di trenta articoli e si basa sulla enunciazione di principi rivolti alla tutela piena della libertà dell'individuo, inteso sia come uomo che come componente della società. L'importanza, quindi, della Dichiarazione è evidente ma sessanta anni dopo la sua proclamazione e dopo gli avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento e i primi anni del Duemila, anni nei quali si assiste un po' ovunque nel mondo, anche in Paesi cosiddetti di democrazia matura, a continue violazioni dei Diritti enunciati nella Carta, la domanda che ci poniamo e che ha spinto l'Anassilaos Giovani a promuovere tale incontro che non vuole essere una "celebrazione" quanto una messa a punto di ciò che ancora resta da fare, è se i principi enunciati nella Dichiarazione sono stati in parte rispettati, se tali principi sono oggi politicamente realizzabili o se si tratta di principi che attingono più all'utopia che al reale.
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Ass. Anassilaos - "Invito alla lettura della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo"