» Visualizzazione predefinita
 
 
 
 
 
 
 
Tag clouds
 

Associaz. Anassilaos - Incontro sulla figura di San Domenico Savio nel 150° della morte

La figura di San Domenico Savio, nel 150° della morte sarà ricordata nel corso di un incontro promosso dall'Associazione Culturale Anassilaos e dalla Parrocchia di San Giorgio che si terrà venerdì 19 ottobre alle ore 19:00 presso la stessa Chiesa di San Giorgio.

 
San Domenico Savio

La figura di San Domenico Savio, nel 150° della morte (1857) sarà ricordata nel corso di un incontro promosso dall'Associazione Culturale Anassilaos e dalla Parrocchia di San Giorgio che si terrà venerdì 19 ottobre alle ore 19:00 presso la stessa Chiesa di san Giorgio con gli interventi di Don Nuccio Santoro, Parroco di San Giorgio, e del Prof. Luigi Ferlazzo Natoli, Preside della Facoltà di Economia dell'Università di Messina e insigne tributarista, nella veste non inedita, in questa circostanza, di studioso di Don Bosco, al quale ha anche dedicato un libro.

Domenico Savio, in piemontese chiamato "Minòt", nacque da Carlo Savio, fabbro, e da Brigida Gaiato, sarta, il 2 aprile 1842 a Riva presso Chieri, in Provincia di Torino, secondo di ben dieci fratelli. Fu battezzato nella chiesa dell'Assunta in Riva lo stesso giorno. Un anno dopo (1843) la famiglia si trasferì a Murialdo, frazione di Castelnuovo d'Asti dove, nel 1848, Domenico cominciò a frequentare la scuola ricevendo, nel 1849, la prima Comunione. In tale circostanza, narrano i biografi, ad appena sette anni, delineò il suo progetto di vita in quattro propositi: "Mi confesserò molto sovente e farò la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darà il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati". Il 2 ottobre del 1853 Domenico, ormai dodicenne, incontrò Don Giovanni Bosco. Il santo rimase sbalordito da questo ragazzo: "Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in così tenera età". Con schiettezza il ragazzo gli disse: "Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bell'abito per il Signore!". Entrò così nell'oratorio di Valdocco a Torino seguendo gli insegnamenti di Don Bosco che scelse come confessore. Domenico imparò presto a dimenticare se stesso, i suoi capricci ed a diventare sempre più attento alle necessità del prossimo. Sempre mite, sereno e gioioso, metteva grande impegno nei suoi doveri di studente e nel servire i compagni in vari modi: insegnando loro il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi. Un giorno spiegò ad un ragazzo appena arrivato all'Oratorio: "Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. Facciamo soltanto in modo di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore, di adempiere esattamente i nostri doveri". L'8 dicembre 1854, in occasione della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione d aparte di Pio IX, Domenico si recò dinnanzi all'altare dedicato alla Madonna e le recitò una preghiera da lui composta: "Maria, ti dono il mio cuore. fa' che sia sempre tuo. Fammi morire piuttosto che commettere un solo peccato. Gesù e Maria, siate voi sempre i miei amici". Morì appena quindicenne il 9 marzo 1857 fra le braccia dei genitori, consolando la madre con queste parole: "Mamma non piangere, io vado in Paradiso". Fu lo stesso Don Bosco a raccontarne la vita . Pio XI lo definì "Piccolo, anzi grande gigante dello spirito" riconoscendolo eroe delle virtù cristiane il 9 luglio 1933. Pio XII lo beatificò il 5 marzo 1950 e lo canonizzò il 12 giugno 1954. Divenne (quindici anni!) il più giovane santo cattolico. E' sepolto nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.

..
Aiutaci a migliorare 
la votazione è anonima e non richiede registrazione
positivoneutronegativo
Associaz. Anassilaos - Incontro sulla figura di San Domenico Savio nel 150° della morte