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Ass. Anassilaos - Incontro sul tema "Augustinus Gonzaga Archiepiscopus Rheginus"

Augustinus Gonzaga Archiepiscopus Rheginus (1537/1557) è il tema dell'incontro organizzato dall'Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 25 ottobre alle ore 17:00 presso la Biblioteca Pietro De Nava nell'ambito delle manifestazioni "Ottobre piovono libri" promosse dall'Assessorato ai Beni Culturali del Comune di Reggio Calabria.

 
Quadro di Pieter Brueghel rappresentante Reggio in fiamme vista da Punta Calamizzi (1552)

"Augustinus Gonzaga Archiepiscopus Rheginus" (1537/1557) è il tema dell'incontro organizzato dall'Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 25 ottobre alle ore 17:00 presso la Biblioteca Pietro De Nava nell'ambito delle manifestazioni "Ottobre piovono libri" promosse dall'Assessorato ai Beni Culturali del Comune di Reggio Calabria. Al centro della conversazione del Dott. Stefano Iorfida, la figura, nel 450° della morte, di un arcivescovo reggino sconosciuto ai più, e che pur tuttavia apre la serie dei presuli che hanno contribuito alla crescita morale e spirituale della Chiesa reggina.
Dalla conversazione di Stefano Iorfida

Nato nel 1490 – la data si ricava dall'anno della scomparsa (novembre 1557) e dalla iscrizione sulla lapide sepolcrale che lo definisce di 67 anni (Annos natus LXVII) – il 3 aprile del 1537 (tale è infatti la data delle tre bolle di Paolo III che lo riguardano), su proposta dell'imperatore Carlo V (il concordato concluso nel 1529 tra lo stesso imperatore e l'allora papa Clemente VII stabiliva che alcune Diocesi del Regno di Napoli, e tra esse Reggio, diventavano di regio patronato, con la facoltà cioè di presentazione dei candidati all'episcopato da parte delle autorità civili), venne nominato da Paolo III Arcivescovo di Reggio.. Nel 1536 l'imperatore, che nel 1535 fu a Reggio, si trovava a Roma per colloqui con il Pontefice e nell'Urbe doveva trovarsi anche il nostro Agostino, dato che il 15 marzo del 1535 scrive alla marchesa Isabella d'Este della fortissima impressione provocata a Roma dalla predicazione di Bernardino Ochino che più tardi passerà al protestantesimo. Possiamo forse far risalire a tale frequentazione la diceria, riportata dallo Spano Bolani e ripresa da Padre Francesco Russo, che tra i familiari del presule vi fossero anche degli "eretici" (cioè protestanti). Agostino Gonzaga era mantovano ed appartenente alla nobile famiglia dei Gonzaga, non però al ramo principale, come qualche autorevole storico ha ritenuto, ma piuttosto alla linea detta dei nobili Gonzaga. Il pontefice, in una delle bolle sopra ricordate, lo definisce "Presbyterus Mantuanus" "praeditus literis et scientia", "decorus vitae munditia ac morium bonitate". Fece il suo ingresso solenne a Reggio il 31 dicembre del 1537 ("Anno D.ni MDXXXVII die ultimo Decembris, quo die celebratur festum S. Silvestri, Ill,musa c R.mus Dnus Augustinus Gonzaga Archiepiscopus Rheginus cum laetitia Urbem Rheginam processionaliter ingressus est" scrive il cantore Tegani nella sua Cronaca) e il 20 gennaio del 1538 tenne il solenne pontificale ("Die vero vigesimo mensis Ianuarii MDXXXVIII, quo die celebratur festum S. Sebastiani, et fuit tum Dominica in Septuagesima, idem Ill.mus D.nus Augustinus Gonzaga missam solemniter celebravit, et altare fuit compositum ex lignis in medio Janue majoris Metropolitanae Ecclesiae suae" scrive sempre il Tegani). Governò la Diocesi per venti anni (1537/1557) in un momento storico particolare e difficile, caratterizzato dallo scontro tra la Francia di Francesco I, e poi del figlio Enrico II, e Carlo V, re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero, nonché signore del ducato di Milano e del Regno di Napoli. Uno scontro che vide la Francia e i suoi sovrani "cristianissimi" cercare e invocare l'alleanza degli Ottomani e di Solimano il Magnifico in funzione antispagnola, allo scopo di devastare i possedimenti spagnoli nel Mediterraneo. Le due grandi incursioni su Reggio, avvenute durante il pontificato di Agostino Gonzaga, quella del 1543, condotta dal Barbarossa, e quella del 1552, condotta da Dragutte, rientrano nel più generale conflitto sopra ricordato. Da notare nella incursione del 1552 la quasi certa presenza in città del grande artista Pieter Brueghel che ha lasciato un disegno, conservato a Rotterdam presso il Museo Boyman-Beuningen, della città in fiamme vista da Punta Calamizzi (poi sprofondata in mare nel 1562), ripreso poi in un particolare del "Trionfo della Morte", grande tela oggi al Prado di Madrid. Sotto il nostro Arcivescovo ricade la posa della prima pietra (1547) di una nuova fortificazione. La necessità di difendere la Città era al centro dell'attenzione del governo vicereale e lo stesso vicerè Pietro di Toledo, dopo aver visitato la Città, si adoperò perché venisse edificato quello che il canonico Tegani, nella sua cronaca, chiama "Novum castrum". Il "primus lapis angularis" fu benedetto dall' Arcivescovo tra il tripudio della folla, in mezzo al clamore di tutti, coi vessilli dispiegati e al suono dei cannoni. Per edificare il nuovo forte si deviò il corso del Calopinace. Sul piano più squisitamente religioso è da segnalare che nel 1547 il pittore reggino Nicolò Andrea Capriolo, su richiesta del patrizio Camillo Diano, eseguì una copia della vecchia icona della Madonna della Consolazione, quella che noi oggi veneriamo. Il nuovo Quadro – scrive Padre Francesco Russo- benedetto nel gennaio 1548 in Duomo dall'Arcivescovo con l'assistenza degli abati di Bagnara e Mileto, fu poi portato alla chiesa dell'Eremo. Il 23 settembre del 1548, poi, come scrive il Tegani, "in Archiepiscopali Palatio Rhegino" con il consenso dell'Arcivescovo, fu istituita la "Confraternitas Sacratissmi Corporis Jesu Cristi sub vocabolo Misericordiae" , alla cui testa, con voto unanime ("nemine penitus discrepante") fu eletto Annibale Logoteta. Agostino Gonzaga morì il 19 novembre del 1557 e fu sepolto, secondo l'Ughelli (Calabria Sacra), in un sepolcro costruito sotto i gradini dell'altare maggiore della cattedrale (Jacet in sepulchro sub gradibus majioris altaris constructo). Per il Guarna-Logoteta invece venne sepolto "sotto il soglio arcivescovile, dalla parte dello stallo del Vicario generale". Ci resta di lui una bella iscrizione seplocrale, perduta ma trascritta nelle visite dell'Arcivescovo d'Afflitto "Augustinus Gonzaga – Dei et Apos(tolica) Sedis Gratia Archiep(iscopus) Rheginus. Annos natus LXVII. Hoc brevi clausus sarcophago. In novissima die excitandus. In pace dormiens. Deces. Anno Dni MCLVII Indic.pma Novembris luce XX". Risale all'anno successivo alla morte (1558) un atto notarile, sul quale ha fatto luce Gaetano Scalamandrè (Historica N. 3 1991), nel quale vengono annotati i beni del presule, compreso il vestiario. Si tratta di un documento prezioso perché ci introduce, in punta di piedi, nel quotidiano di un arcivescovo del XVI secolo, ricco e potente…ma dopo tutto non tanto.

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Ass. Anassilaos - Incontro sul tema "Augustinus Gonzaga Archiepiscopus Rheginus"