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Per un’etica della Comunicazione

 
Per un’etica della Comunicazione

Convegno Nazionale - 12 giugno 2006 – Palazzo San Giorgio, Salone dei Lampadari  - Ore 09:30-13,00

Ruoli e funzioni dei mestieri della comunicazione nella Società contemporanea

Nell’ambito della prosecuzione del progetto pilota “La rivista in classe” realizzato, in alcuni Istituti Superiori della Città dal Comune di Reggio Calabria, in partenariato con UCID e con il Sindacato Regionale dei Giornalisti della Calabria e che ha visto nel 3 maggio 2006 –proclamata dall’ONU giornata mondiale della Libertà di stampa- un primo momento di sintesi, è stata organizzata una tavola rotonda dal titolo Per un'Etica della Comunicazione - Ruoli e funzioni dei mestieri della comunicazione nella Società contemporanea.

La manifestazione ha rappresentato un momento di confronto tra giornalisti e pubblicitari che si trovano a percorrere strade parallele all’interno del mondo della comunicazione, un incontro in cui chiarire appunto ruoli, funzioni e competenze grazie anche all’aiuto di sociologi, psicologi, rappresentanti del mondo accademico.

Hanno partecipato diverse personalità significative, anche a livello nazionale, che operano nel campo della comunicazione (l’elenco dettagliato lo trovi nel Programma).

Nel corso del suo intervento il Sindaco della città ha criticato editori e giornalisti politicamente “schierati”, facendo evidentemente riferimento alla vicenda Mieli, e li ha invitati a comunicare le notizie in modo oggettivo perché il giudizio libero e indipendente del lettore non sia scalfito dalle pressioni e sia valorizzata la capacità di giudizio dei giovani, per consentire così anche una crescita culturale della città.

Anche Lucio Dattola reputa inopportuno lo schieramento dei giornalisti perché il messaggio che passa ai giovani è che alla fine conviene schierarsi, essere opportunisti ed andare laddove va il vento.

La querelle aperta dal primo cittadino su questo argomento è stata conclusa da Lorenzo Del Boca che ha insistito sulla necessità per il recupero di un aspetto importante del giornalismo quale la “terzietà”: Mieli ha fatto bene a fare outing, a dichiarare la propria appartenenza ma dev’essere un’eccezione non la regola. Il giornalismo deve essere terzo dichiararsi di parte significa autodimezzarsi quindi la soluzione sta nell’equilibrio, nel recuperare il valore dell’imparzialità. Il giornalista deve tendere alla veridicità, deve controllare le proprie fonti, deve coltivare la teoria del sospetto perché la notizia deve essere il risultato di una ricerca della verità e deve sentirsi al servizio esclusivo del destinatario del messaggio: il lettore.

Il tema della pubblicità è stato affrontato da Filippo Petruccelli che ha parlato dell’effetto deleterio della tv, la nuova baby sitter, sui bambini laddove, per esempio, la pubblicità fa passare un modello familiare perfetto e felice, che non esiste, lontano dalla situazione delle famiglie reali generando frustrazione nei bambini.

C’è chi invece difende la pubblicità come Enrico Finzi definendola “Ars retorica”, arte della seduzione, che non deve informare ma persuadere il potenziale cliente ad acquistare un prodotto anziché un altro.La pubblicità è di parte, dichiaratamente di parte, è al servizio di chi commissiona il messaggio non del destinatario. Non deve rappresentare però il falso, in tal senso esiste un codice disciplinare a garantire questo aspetto poiché ci vuole sempre un serio rispetto delle norme. I difetti più grandi della pubblicità? E’ bombardante, intrusiva, colonizzante in modo diretto e indiretto dei mezzi di comunicazione. Dalla pubblicità non ci si deve aspettare la verità. E’ ovvio comunque che i bambini non hanno meccanismi di difesa  sono soggetti deboli che non riescono a distinguere il reale dalla pubblicità e quindi vanno protetti.

Nel suo intervento Serena Angioli ha dedicato ampio spazio al progetto “La rivista in classe”, sottolineando come esso abbia incentivato il senso critico degli studenti coinvolti veicolando l’immagine di un’informazione sana, saldamente ancorata alla verità.

Marcello Spagnolo ricorda in cifre la valenza economica di un settore che conta 400 imprese in Calabria che ha un indotto economico nazionale di 22 milioni di euro e l’importanza che la pubblicità ha nel sostenere l’informazione.

Rino Labate si è soffermato invece sul mondo accademico che a Messina ha visto la nascita di un corso di laurea in giornalismo presso la Facoltà di Scienze Politiche dove gli allievi praticano la professione già durante il corso di studi.

Per Antonella Freno l’etica deve essere pratica di vita.
L’incontro a più voci è stato moderato da Carlo Parisi.
Dall’incontro, in conclusione, è emersa la proposta di istituire una giornata annuale di confronto tra giornalisti e pubblicitari.

Linea Tratteggiata

Programma del convegno

Rassegna Stampa

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