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Circolo del Cinema “C.Zavattini” - Dibattito gestione politica settore Cultura e Spett. in Calabria

Osservazioni sul dibattito aperto dal promoter Ruggero Pegna in relazione alla gestione politica del settore Cultura e Spettacolo in Calabria

 

Qualche giorno addietro, Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca Calabrese, è intervenuto nel dibattito già aperto dal promoter Ruggero Pegna in relazione alla gestione politica del settore Cultura e Spettacolo in Calabria.
Non vi è dubbio che il dibattito sia decisivo per una regione che dovrebbe qualificare l’offerta culturale quale volano per la ricostituzione del suo tessuto sociale ed economico. Questo obiettivo è stato, ormai da anni, preso in carico anche dalle associazioni che più o meno silenziosamente, ma con regolarità, operano all’interno dei propri territori di "competenza". Per quanto ci riguarda il nostro Circolo del Cinema “Cesare Zavattini”, federato alla FICC (Federazione Italiana dei Circoli del Cinema), svolge dal 1992 la sua funzione nella città di Reggio Calabria, collaborando anche alle attività del Centro Regionale Calabrese. L’esperienza di questi anni ci induce ad alcune riflessioni in ordine alle considerazioni sollevate da chi ci ha preceduto.
Spesso, soprattutto all’interno dei nostri territori comunali, implicitamente, le istituzioni di governo delegano alle associazioni l’offerta culturale che non rientra nel grande evento, che non appartiene al puro intrattenimento e che però suscita interesse, riscuote consenso, radicandosi nella coscienza collettiva. Talvolta, per la politica l’occasione è propizia per sventolare la bandiera della cultura e della sua democratica distribuzione. Peccato però che le associazioni, quelle che profondono impegno e costanza, per lo più restino poi abbandonate alla fatica e alle incertezze della propria attività sul territorio dovendosi accontentare solo di occasionali e sporadicissime attenzioni da parte delle istituzioni.
Ha ragione Attanasio quando afferma che le discipline artistiche subiscono un ingiusto trattamento da parte del governo regionale. Ma il cinema, in particolare, è evidentemente - salvo qualche discutibile iniziativa - il fanalino di coda: nessuna normativa regionale che lo supporti, nessun rappresentante - pare - nella Film Commission, una stravagante confusione con la fiction televisiva, attività prevalentemente promossa.
Non vi è dubbio, inoltre, che molta attenzione viene dedicata alle manifestazioni che sono diretta emanazione delle istituzioni, non vi è dubbio che, probabilmente, un’attenzione mediata esista per altre iniziative, ma non vi è altrettanto dubbio che da parte delle istituzioni vi sia una costante disattenzione nei confronti di un mondo associazionistico che fa la propria parte per il progresso culturale della regione.
Questa distrazione si manifesta non soltanto nel lesinare i necessari fondi da utilizzare per la realizzazione di progetti culturali
- atteso che nessun compenso le associazioni di volontariato devono trattenere per la loro attività - ma soprattutto nei momenti istituzionali in cui anche la loro voce aprirebbe ipotesi, prospettive e opportunità interessanti e praticabili.
Un esempio: esiste ormai da anni la Film Commission che si occupa di promuovere, sotto vari profili, il territorio calabrese quale opportuna sede per i set televisivi o cinematografici, ebbene questa istituzione regionale non ha mai sentito la necessità di convocare le associazioni, quelle che realmente attivano le proprie energie sul territorio calabrese, per ascoltare le loro istanze e le loro opinioni, anche solo per poterle escludere da future ipotesi. E, ancora più paradossalmente, a portarne la voce al proprio interno - così come previsto statutariamente - è stato scelto “dall’alto” un rappresentante che il mondo associazionistico non solo non conosce, ma con il quale non ha mai avuto il piacere di interloquire, circostanza alquanto grave sottolineata a suo tempo anche dal direttore del Dams di Cosenza Roberto De Gaetano.
Pertanto, condividendo le speranze di Eugenio Attanasio affinché la Regione si doti di uno strumento che consenta un monitoraggio serio e proficuo per le attività che sono disseminate nelle cinque province e che nascono dalla elaborazione di operatori culturali che svolgono con assiduità e capacità la propria attività, ci si augura che questo dibattito sollevi l’interesse di chi governa la cosa pubblica e avvii una riflessione per una nuova politica culturale che non sia limiti soltanto all’evento mediatico, ma che presti attenzione al tessuto vivo dei nostri ambiti territoriali.

Tonino De Pace
(Coordinatore del Circolo del Cinema “Cesare Zavattini”)

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