Una nuova iniziativa espositiva destinata alla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria, è stata presentata giovedì 9 aprile, dallassessore comunale ai Beni Culturali e Grandi Eventi Antonella Freno, dal soprintendente archeologico Caterina Greco e dalla direttrice della struttura Giovanna Brigandì.
Si tratta di una copia di dimensioni ridotte del più famoso Laocoonte, scultura in marmo conservata ai Musei Vaticani, ritrovata presso lantico Seminario Arcivescovile della Città di Reggio Calabria. La statua raffigura la morte del sacerdote di Apollo e dei suoi figli (di cui se ne parla nellEneide), uccisi su commissione della Dea Atena, da alcuni serpenti marini, a causa dellopposizione dello stesso Laocoonte allingresso a Troia del famoso cavallo, verso il quale egli scagliò una lancia.
La riproduzione dellopera, il cui originale venne rinvenuto a Roma agli inizi del 500, identica a quella che si trova in Capitale, narra un momento tragico ed angoscioso e presenta, infatti, con grande realismo, i diversi gradi della sofferenza umana: paura, dolore, morte come dimostrano i corpi che si contorcono e le espressioni dei volti.
Unulteriore momento di fruizione dellarte, quindi, nella città della Fata Morgana, grazie alla sinergia, sottolineata dai presenti alla conferenza stampa, che ormai intercorre tra lAmministrazione comunale e la Soprintendenza archeologica, nellottica della valorizzazione di tutti i tesori della città e la loro conoscenza da veicolare soprattutto alle giovani generazioni tramite una positiva circolarità delle opere.
Conferenza stampa Giovedì 09 aprile 2009
Sala conferenze Pinacoteca Civica - Ore 11:00
Laocoonte, coraggio e audacia, tra mito e storia
Conferenza di presentazione
Sindaco Giuseppe Scopelliti
Assessore Antonella Freno
Soprintendente Archeologico Caterina Greco
Direttrice Pinacoteca Giovanna Brigandì
"Aut haec in nostros fabricata est machina muros
inspectura domos venturaque desuper urbi,
Aut aliquis latet error, equo ne credite, Teucri.
Quidquid id est, timeo Danaos ed dona ferentes."
(Publio Virgilio Marone, Eneide, libro II, versi 46-49)
"Questa è macchina innalzata contro le nostra mura,
spierà le case e sulla città graverà,
nasconde qualche inganno: non vi fidate, Troiani.
Qualsiasi cosa sia, temo i Dànai e più quando offrono doni."