La figura e lopera di Mons. Giovanni Ferro, Arcivescovo di Reggio Calabria per oltre ventisette anni, sarà al centro di un incontro sul tema
"In memoria di Mons. Giovanni Ferro/Arcivescovo di Reggio Calabria"
, che si terrà domenica 18 gennaio 2009 presso la Chiesa di San Giorgio al Corso, promosso congiuntamente dalla Chiesa di San Giorgio, dalle ACLI, dallAssociazione Culturale Anassilaos e dallAssociazione Amici di Mons. Ferro. La manifestazione, preceduta dalla Santa Messa (ore 18:30), si aprirà alle ore 19:30 con la relazione dellOn. Prof. Giuseppe Reale sul tema "E lui mi disse
" e vedrà gli interventi di Don Antonio Santoro, Parroco della Chiesa, Don Antonio Bacciarelli, Economo Diocesano, del Dr. Francesco Massara, Presidente ACLI, e del Dr. Stefano Iorfida, Presidente dellAssociazione Anassilaos. Dunque ancora un incontro dedicato a Giovanni Ferro, la cui figura con il trascorrere del tempo sempre più giganteggia, a dimostrazione di quanto la città di Reggio Calabria e i reggini siano legati a un vescovo che si spera possa nel più breve tempo salire agli onori degli altari.
Mons. Giovanni Ferro
Nato a Castigliole dAsti il 13 novembre del 1901 e morto a Reggio Calabria il 18 aprile del 1992.
Nominato Arcivescovo il 14 settembre del 1950, dopo la breve amministrazione apostolica di Mons. Moscato e dopo i brevissimi pontificati di Enrico Moltalbetti (1937/1943) e Giovanni Lanza (1943/1950), due grandissimi presuli della Chiesa Universale, il primo caduto vittima dei bombardamenti aerei, il secondo per una improvvisa malattia, Mons. Ferro ha avuto modo di dispiegare, nel corso dei lunghi anni in cui ha guidato la Diocesi, la sua capacità di ricostruttore materiale e morale di una città e di una diocesi che le vicende belliche (i bombardamenti aerei e i cannoneggiamenti anglo-americani) e la successiva occupazione militare avevano distrutto e prostrato. Egli si adoperò per la crescita religiosa e civile della città. Nel 1951 e poi ancora nel 1953 si trovò ad affrontare la catastrofica alluvione che tanti lutti provocò alla Provincia di Reggio. In quelle difficili circostanze dimostrò verso le popolazioni così duramente colpite il suo spirito di servizio cristiano e le sue non comuni capacità organizzative. Nel corso del suo governo inaugurò il Seminario Arcivescovile, restaurò in Duomo la Cappella del Santissimo Sacramento gravemente danneggiata dai bombardamenti, costruì nuove parrocchie per venire incontro allincremento della popolazione, volle e realizzò lAuditorium San Paolo. Nel 1970 si trovò dolorosamente ad affrontare i mesi duri della Rivolta, con il loro pesante carico di morti e feriti sia tra i dimostranti che tra le forze dellordine. Egli difese la città e insieme la legalità, difese i diritti calpestati dei reggini ma si adoperò sempre, da pastore, a placare e sopire gli animi, ben consapevole come di fatto avvenne che avrebbe incontrato lostilità dei più facinorosi, sia tra la forze politiche nazionali (è ben noto il giudizio ingiusto e ingeneroso sul nostro Arcivescovo dato da Giacomo Mancini, allora tra i leader del PSI) che tra gli stessi rivoltosi. In quelle giornate di rabbia e angoscia, come nei momenti difficili che hanno costellato la storia di Reggio Calabria (rivolte contro le ingiustizie perpetrate dagli occupanti di turno, guerre intestine, razzie, pestilenze ed eventi naturali), nel momento stesso in cui venne meno ogni autorità morale, la città ritrovò nel Vescovo Ferro il padre attento e premuroso, prodigo di consigli, dialogante ma fermo nel difendere i valori religiosi, etici e civili in una Reggio che si sentiva, ancora una volta, ferita dalla storia.