Nel 40° Anniversario della morte di Jan Palach (16-19 gennaio 1969).
Nota del Presidente Giovanile dellAnassilaos Tito Tropea
"Libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta
Tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara
in Utica la morte, ove lasciasti
la vesta ch'al gran dì sarà sì chiara.
(Dante, Purgatorio Canto I)
Questi versi che Dante dedica a Catone Uticense, morto suicida nel 46 a.C. per non sottomettersi alla tirannia di Cesare, nel I Canto del Purgatorio, affiorano naturalmente alla memoria quaranta anni dopo il suicidio di Jan Palach e sembrano essere l epitaffio più idoneo e più alto ad un gesto estremo, quale è senza dubbio quello di togliersi la vita, con il quale si intende manifestare la propria protesta per la perdita della libertà, un valore che può oggi sembrare scontato ai giovani che ne usano, e talora, anche ne abusano, ma che tale non è sempre stato se nella civile Europa della seconda metà del Novecento e nella bellissima Praga un giovane di ventuno anni, studente di filosofia, come ve ne erano tanti nel vecchio Continente attraversato dalla contestazione del 1968, avvertì la necessità di darsi fuoco tra le morti forse la più atroce per protestare contro linvasione del suo Paese di cinque mesi prima (20/21 agosto 1969) che aveva posto fine alla cosiddetta Primavera di Praga.
Aveva scritto nel suo quaderno
Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana
e mise in atto il suo proposito. Un gesto semplice che richiamava quello di Thich Quang Duc, monaco buddista, che si era dato fuoco in Vietnam, a Saigon, l'11 giugno 1965 seguito poi da altri bonzi. Nel pomeriggio del 16 gennaio 1969 Jan si portò in piazza San Venceslao, la più grande e bella piazza della capitale ceca. Fermo ai piedi della scalinata del Museo Nazionale si cosparse il corpo di benzina e si diede fuoco con un accendino. Morì il 19 gennaio dopo tre giorni di agonia. Aveva ancora scritto
se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà
. E infatti altri studenti, tra cui lamico Jan Zajíc, seguendo il suo esempio si tolsero la vita. Ricordare oggi Jan Palach significa rendere omaggio a tutti i giovani che si sono battuti e che hanno perso la vita in difesa della libertà politica e religiosa. Dagli studenti cinesi che venti anni fa (aprile-giugno1989) furono massacrati per avere manifestato la loro voglia di libertà nella piazza Tian'anmen a Pechino,e di cui oggi rimane, simbolo di resistenza non violenta, limmagine dello sconosciuto studente che, solo e disarmato, affronta una colonna di carri armati ai giovani studenti cristiani di Monaco di Baviera (Hans Scholl, Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf), poco più che ventenni, che sotto il nome di Rosa Bianca dal 1942 al 1943 pubblicarono e distribuirono anche allinterno dellUniversità di Monaco opuscoli che invitavano i tedeschi alla resistenza passiva contro la tirannide hitleriana pagando con la morte, mediante decapitazione, la loro sete di libertà.
Nel nome di Jan Palach, degli studenti di Piazza Tiananmen, di Hans Scholl, Sophie Scholl e dei loro amici, lAnassilaos Giovani dedicherà uno specifico incontro di approfondimento dal tema
"Giovani per la libertà/Dalla Rosa Bianca a Piazza Tiananmen e oltre"
che si terrà martedì 03 febbraio 2009 alle ore 18:00 presso la Sala di San Giorgio al Corso, i giovani dellAssociazione intendono riproporre allattenzione dei loro coetanei il valore della libertà, un bene da custodire che deve essere difeso giorno dopo giorno, un bene non scontato e non acquisito una volta per tutte come dimostra purtroppo la storia.