Lartista Antonclaudio Pizzimenti visto nel suo laboratorio
Lartista studiato nel momento in cui crea, visto nel suo atelier che, in molti casi, è un vero e proprio laboratorio
, è stato e sarà il filo conduttore di un esperimento culturale condotto e realizzato dallAssociazione Culturale Anassilaos e dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria che si propongono di affrontare in modo nuovo se non originale il tema dellarte figurativa conducendo il pubblico nei luoghi stessi dove gli artisti contemporanei operano. Questo esperimento culturale, cominciato con un giovane artista reggino trentaduenne, Antonclaudio Pizzimenti, ha consentito non soltanto di conoscere in maniera approfondita lartista ma anche di coglierlo nel suo stesso ambiente di lavoro vivendo insieme a lui il momento, sempre magico, della creazione, che nel caso di Pizzimenti, artista della vetro fusione, significa anche organizzazione, acquisizione di una tecnica, padronanza dei materiali. Larte, è stata la prima lezione, è infatti, prima di tutto una conoscenza tecnica. Non vi può essere arte se non si conoscono bene prima di tutto i segreti della materia sulla quale e con la quale si opera. Michelangelo scultore è un profondo conoscitore del marmo che egli stesso sceglieva nelle cave toscane e faceva tagliare. La Pietà del Vaticano, il David ed altre opere ammirate, prima dessere frutto del genio creativo sono il prodotto finale, perfetto e stupefacente, di un lavoro e di una esperienza dei materiali allapparenza meno importante e nobile ma senza i quali non vi sarebbe lopera. Gli amici presenti, insieme ai presidenti delle due associazioni, Stefano Iorfida e Rosita Loreley Borruto, hanno seguito le varie fasi di realizzazione di una vetrata artistica ponendo diverse domande allartista che dopo i diplomi conseguiti al Liceo Artistico e allAccademia di Belle Arti ha deciso di dedicarsi allantica arte del vetro per la quale ha dovuto attentamente studiare il vetro e le sue caratteristiche e poi la complessa tecnica della fusione, provando e riprovando come egli stesso ha dichiarato ai presenti- per giungere a un prodotto soddisfacesse il suo senso estetico. Sono così nati prodotti unici e non seriali: vetrate artistiche, pannelli di carattere religioso, oggetti duso comune (vasi, vassoi, gioielli, targhe e trofei) e tutto quello che la fantasia dellartista-artigiano, dove il termine artigiano vuole essere un richiamo ai laboratori darte del Quattrocento e oltre (pensiamo al Verrocchio o ai Pollaiuoli) nei quali lartista era a servizio della comunità, delle sue esigenze e bisogni, operando in sintonia con essa, sa e vuole creare.