Una conversazione sulla
figura e lopera di Sant Ireneo di Lione
, in latino Irenaeus, che lo scorso anno è stato al centro di una lezione pubblica del Santo Padre Benedetto XVI nel corso di una udienza svoltasi il 28 marzo 2007, aprirà il ciclo di manifestazioni sul tema
"Invito alla lettura dei Padri della Chiesa"
, promosso dalla Chiesa di San Giorgio al Corso e dallAssociazione Culturale Anassilaos, che si terrà
mercoledì 19 marzo 2008 alle ore 19:15
presso la Chiesa di San Giorgio al Corso con lintervento del Prof. Giovanni Cogliandro.
Nato a Smirne, in Asia Minore, allincirca nel 135/140 d.C. Ireneo fu allievo di Policarpo, vescovo di Smirne, e nel 177 d.C. divenne vescovo della città di Lugdunum (attuale Lione), dopo essere stato presbitero in quella chiesa, subito dopo la morte di Potino che venne, novantenne, martirizzato sotto Marco Aurelio, limperatore filosofo ostile al Cristianesimo. Lessere stato inviato a Roma da Papa Eleuterio latore di un messaggio della Comunità lionese lo sottrasse forse alla persecuzione. Sulla sua vita non abbiamo molte notizie tranne quelle che possiamo desumere dal libro V della Storia Ecclesiastica di Eubesio di Cesarea. Pare, ma non è certo, che subisse il martirio intorno al 202/203 d.C., sotto limperatore Settimio Severo. Il suo pensiero e le sue opere furono direttamente influenzate da Policarpo che fu a suo tempo discepolo di Giovanni Evangelista. Esse sono una testimonianza di un periodo storico difficile per la nascente Chiesa impegnata contro il proliferare di varie eresie, in particolare lo gnosticismo di cui Ireneo fu un forte oppositore. Delle sue opere ci permangono: "Adversus haereses", nella quale confuta le principali espressioni dello gnosticismo, e "Demonstratio apostolicae praedicationis". Egli fu il primo teologo cristiano a tentare di elaborare una sintesi globale del cristianesimo nel momento in cui si affermavano due fenomeni religiosi e culturali di grande rilievo nellImpero Romano, da un lato la nascita dello gnosticismo, un pensiero che si avvaleva di un impianto dottrinale complesso ma capace di attirare gli uomini più colti imbevuti di cultura greca, dallaltro il diffondersi nel mondo pagano del neoplatonismo, filosofia di vasto respiro, che vantava pensatori notevoli e che si presentava come una sorta di religione filosofica. Egli è , -come affermò il Pontefice un uomo di fede e un Pastore. Del buon Pastore ha il senso della misura, la ricchezza della dottrina, l'ardore missionario. Come scrittore, persegue un duplice scopo: difendere la vera dottrina dagli assalti degli eretici, ed esporre con chiarezza le verità della fede . Ireneo si battè infatti contro lo gnosticismo, sia confutando il dualismo, che spiegava il male nel mondo, sostenendo lesistenza accanto al Dio buono, di un principio negativo da cui sarebbe scaturita la materia sia la pretesa che esistesse una fede dei semplici credenti distinta dalla fede dei saggi. Nello stesso tempo egli si presenta come il primo grande teologo della Chiesa. Al centro della sua dottrina ha posto la questione della regola della fede e della sua trasmissione. Di fatto il Vangelo predicato da Ireneo ha affermato il Papa- è quello che egli ha ricevuto da Policarpo, Vescovo di Smirne, e il Vangelo di Policarpo risale allapostolo Giovanni, di cui Policarpo era discepolo. Il vero Evangelo è quello impartito dai Vescovi che lo hanno ricevuto in una catena ininterrotta dagli Apostoli. Scrive il Santo La tradizione degli Apostoli, manifesta in tutto quanto il mondo, si mostra in ogni Chiesa a tutti coloro che vogliono vedere la verità e noi possiamo enumerare i vescovi stabiliti dagli Apostoli nelle Chiese e i loro successori fino a noi
Per Ireneo dunque lo svolgersi della successione apostolica garantisce che la parola di Cristo continua ad alimentare le Chiese tra le quali, la Chiesa di Roma, fondata e costituita in Roma dai gloriosissimi Apostoli Pietro e Paolo, occupa un ruolo particolare. E infatti la successione episcopale della Chiesa di Roma che garantisce la trasmissione ininterrotta della fede apostolica: A questa Chiesa, per la sua peculiare principalità è necessario che convenga ogni Chiesa, cioè i fedeli dovunque sparsi, poiché in essa la tradizione degli Apostoli è stata sempre conservata... (Adversus haereses, III, 3, 2: PG 7,848).